Vaccini, la corsa alla terza dose è già iniziata E gli hub resteranno aperti fino a novembre

Fra poche settimane la partenza con le categorie a rischio, poi gli over 80. I medici di famiglia: "Noi ci siamo, vogliamo essere coinvolti"

di Sara Bessi

"Massima collaborazione da parte della classe medica per la somministrazione della terza dose per i sanitari e per le persone più a rischio, come i fragili e gli immonodeoressi. Ma è urgente la definizione di un piano strategico affinché si possa partire in maniera organizzata non appena dal governo arriverà il via libera. Noi ci siamo, ma chi è preposto all’organizzazione ci chiami al più presto". Così Guido Moradei, presidente dell’Ordine dei medici di Prato, commenta l’attesa decisione dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e del Comitato tecnico scientifico in merito alla somministrazione della terza dose di vaccino. Secondo quanto trapela da fonti governative è stata tracciata ormai una prima mappa temporale: la terza dose del vaccino sarà somministrata a partire da fine settembre agli immunodepressi, mentre entro fine anno - forse a dicembre - toccherà agli anziani over 80. Infine, all’inizio del prossimo anno - tra gennaio e febbraio - agli operatori sanitari. "Bisogna predisporre un piano per affrontare al meglio questa nuova fase con priorità per i sanitari e gli anziani", dice Moradei. "L’efficienza dei medici nella campagna vaccinale dimostra il fatto che è stato vaccinato quasi il 100% degli ultraottantenni, fascia di cittadini affidata ai medici curanti". Sul dibattito interviene anche il presidente della Regione Eugenio Giani, per il quale "la Toscana è prontissima e siamo d’accordo alla terza dose per le persone vulnerabili". In particolare il riferimento è agli ospiti delle rsa. Giani garantisce che "il processo di somministrazione della terza dose sarà graduale, non immagino file sterminate agli hub". A questo proposito: i due hub pratesi, il Pegaso 2 e il Pellegrinaio Novo, rimarranno in attività fino al 30 novembre. Una concessione che per Prato si è resa indispensabile con l’avvio degli open day vaccinali, ai quali partecipano in gran parte cittadini delle comunità straniere. Sul futuro degli hub oltre il 30 novembre pesa l’incognita dell’andamento dell’epidemia in autunno. "Noi medici attendiamo ancora di essere inseriti sulla piattaforma regionale delle prenotazioni come prevsito dall’accordo sulle vaccinazioni siglato con la Regione", si arrabbia Alessandro Benelli, segretario della Fimmg di Prato. "Non possiamo permetterci di chiamare per telefono uno per uno i pazienti da vaccinare, come fatto invece con gli over 80: ci sono anche altri pazienti da seguire". E per quanto riguarda la terza dose? "Si partirà probabilmente con le rsa e noi siamo disponibili". La medicina generale presto sarà impegnata nella campagna di vaccinazione antinfluenzale.

"D’altra parte abbiamo una conoscenza capillare dei pazienti - afferma Niccolò Biancalani, vicesegretario della Fimmg - Siamo pronti a vaccinare contro il Covid seguendo la modalità che conosciamo bene, ma senza chiamate attive. Vogliamo essere coinvolti: i pazienti ce lo chiedono. Siamo disponibili anche per la terza dose. Urge un incontro con l’Asl per buttare giù un piano vaccinale". Intanto i medici di base continuano a vaccinare, anche se hanno a disposizione solo quattro fiale di Pfizer alla settimana: l’accordo vigente prevede la vaccinazione per la fascia 12-18, ma lascia la possibilità al medico di non sprecare le dosi che eventualmente avanzano e di somministrarle agli indecisi o ritardatari. Ed è qui che si apre il vuoto.