Un pratese alle Olimpiadi: Emilio Magni sarà il medico della nazionale di ciclismo

Seguirà Nibali nell'avventura in Giappone dopo tante stagioni insieme

Emilio Magni

Emilio Magni

Prato, 17 febbraio 2020 - E’ uno dei pochi pratesi ad essere sicuro di andare alle Olimpiadi. Anzi, come dice lui scherzando, «certamente uno dei pochi vaianesi». Emilio Magni, 70 anni, andrà in Giappone come medico della nazionale azzurra di ciclismo su strada. La partenza per l’Oriente è già fissata per il 17 luglio, dopo aver passato qualche giorno con la squadra nel ritiro pre-olimpico. La prova su strada è fissata per il 25 luglio, mentre il 28 ci sarà quella a cronometro. Magni attualmente è medico sociale della Trek Segafredo, la squadra di Vincenzo Nibali.

Com’è nata questa occasione?

«Ho ricevuto una chiamata dal commissario tecnico Davide Cassani. Hanno scelto me per sostituire il medico della federazione, che era indisponibile».

Come si sente?

«E’ un’opportunità che mi fa molto piacere. Sono a fine carriera, eppure riuscirò a partecipare alle OIimpiadi. Bello».

Porterà anche la famiglia?

«Il lavoro è lavoro».

Lei lavora da tempo con Nibali. Potrà lottare per l’oro?

«Certamente sarà uno dei corridori più forti in gara, anche se i rivali non mancheranno. Il percorso tra l’altro è impegnativo».

Che tipo di preparazione verrà impostata?

«C’è chi parteciperà al Tour, mentre Vincenzo farà il Giro d’Italia e poi, dopo un periodo di recupero, sarà al Giro dell’Austria e poi a quello della Polonia».

Dovrà viaggiare verso l’Oriente. Preoccupato per l’emergenza coronavirus?

'Qualche piccola preoccupazione in più c’è, soprattutto pensando al viaggio. Speriamo però che si sistemi tutto rapidamente».

Quale atleta vorrebbe conoscere durante la sua esperienza olimpica?

«Federica Pellegrini. Ha fatto la storia, spero ci sia la possibilità di scambiarci due parole».

Come immagina le Olimpiadi giapponesi?

«Parteciperò con lo stupore di un bambino, mentre sul piano agonistico c’è il sogno di portare a casa la medaglia».

Allora giochiamo pesante. Lei che è tifoso viola, sceglierebbe l’oro o lo scudetto della Fiorentina?

«La scelta va in una direzione sola, perché l’altra purtroppo... Diciamo adesso l’oro olimpico, poi lo scudetto. Si può fare, no?».

A chi dedicherebbe la medaglia?

«Alla mia famiglia e a Giovanni Iannelli (il giovane ciclista morto lo scorso ottobre in gara, ndr). Mi porto ancora dentro il dolore per la sua scomparsa. Spero che il padre possa trovare la giustizia che sta cercando».

Leonardo Biagiotti