Uccide il fratello, poi si toglie la vita. I familiari: "Non avevano mai avuto screzi"

La tragedia di Montemurlo. Mistero sul movente. Gli investigatori hanno sentito i parenti più stretti di Maurizio e Giacomo Pusceddu

Un carabiniere nel palazzo della tragedia (Attalmi)

Un carabiniere nel palazzo della tragedia (Attalmi)

Prato, 6 giugno 2021 - Nessuno screzio tra fratelli né vecchie ruggini. Non c’è l’ombra di un movente che possa giustificare, almeno apparentemente, la tragedia avvenuta giovedì sera in una palazzina alla periferia di Montemurlo, in via Pomeria 45, dove Maurizio Pusceddu, 60 anni (residente a San Marcello), ha sparato a bruciapelo al fratello Giacomo, 54 anni, mentre rincasava dal lavoro.

I carabinieri hanno sequestrato i telefoni cellulari dei due uomini per tentare di risalire a una possibile causa che possa aver armato la mano di Maurizio nei confronti del fratello, operaio nella tessitura "Daniele Ceccatelli", azienda che dista poche centinaia di metri dalla casa dove viveva Giacomo.

Gli investigatori hanno sentito le testimonianze di alcuni fratelli delle vittime, originarie di Trapani, ma trapiantate a Montemurlo da una vita. La famiglia Pusceddu è molto numerosa: tra fratelli e sorelle sono nove, uno dei quali è morto qualche anno fa. Alcuni di loro (quelli che abitano nelle vicinanze di Prato) sono stati ascoltati alla caserma dei carabinieri per tentare di ricostruire i rapporti fra Maurizio e Giacomo e provare a dare un senso a una tragedia che all’apparenza sem bra inspiegabile.

«Nessuna vecchia ruggine, nessuno screzio. Anzi, si frequentavano e uscivano insieme", hanno raccontato i fratelli increduli per quello che è accaduto. "L’ultima volta ci siamo visti tutti insieme per il pranzo di Pasquetta – ha raccontato uno di loro – ma non abbiamo notato nulla, sembravano andare d’accordo".

Nessun aiuto è dunque arrivato dai parenti stretti di Maurizio e Giacomo Pusceddu. Quello che si sa, è che erano due persone solitarie, che conducevano una vita molto riservata e isolata anche rispetto alla famiglia di origine. A volte si frequentavano avendo in comune la passione per il materiale elettronico.

Materiale che è stato sequestrato in grande quantità nell’appartamento di Giacomo: un pc, hard disk, chiavette usb, fili e prese di ogni genere. Oltre ai cellulari di entrambi. Dall’esame dei telefoni si potrebbe risalire alle ore precedenti all’agguato che Maurizio ha teso al fratello sul pianerottolo di casa di quest’ultimo, alla ricerca di un litigio o di qualcosa che possa aver indotto Maurizio a uccidere il fratello e poi spararsi.

I caratteri dei due erano diversi. Entrambi operai tessili, Maurizio era in pensione mentre Giacomo continuava a lavorare. Il primo era stato sposato e ha dei figli con cui non ha contatti da tempo. Giacomo, invece, non si era mai sposato e viveva da anni nell’appartamento di via Pomeria 45 a Oste.

Maurizio viene descritto come abbastanza iroso, mentre Giacomo più pacato. Ma questo non giustifica quello che è accaduto. Anche perché la dinamica ricorda quella di un agguato. Maurizio ha intenzionalmente atteso il fratello nel vano scale del condominio, sapendo che da lì a breve sarebbe rientrato dal lavoro (aveva fatto il turno serale fino alle 22).

Si è portato da casa (negli ultimi tempi aveva vissuto sulla montagna pistoiese) la Beretta 4.65 legalmente detenuta ma per la quale non aveva il porto d’armi e non ha esitato a rivolgerla contro il fratello che stava per mettere le chiavi nella toppa della porta di casa. Gli ha sparato a una spalla e alla testa e poi ha rivolto l’arma contro se stesso. Non ha lasciato nessun biglietto, nulla in cui spiegare la follia del suo gesto. Gli inquirenti devono ancora eseguire il sopralluogo nell’appartamento che aveva affittato a San Marcello Pistoiese.

L’agguato era stato pensato. Non si è trattato di un omicidio d’impeto, di un raptus improvviso come accertato dalla ricostruzione della dinamica. Sembra che Giacomo avesse incontrato il fratello pochi giorni prima in un bar di Oste. Si era confidato con un amico sostenendo di averlo visto "turbato" ma non ha dato altre spiegazioni.

Certo non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a tanto. E poi perché rifarsela con il fratello? Forse l’unico con cui aveva mantenuto rapporti? Gli inquirenti sperano di trovare le risposte nei telefoni dei due uomini.