Troppi passaggi per la Tari "Così recuperiamo poco"

"Sulla Tari troppo spesso arriviamo in ritardo nella fase di recupero delle bollette non pagate. Spesso entriamo in azione anche due anni dopo la prima bolletta non pagata, e questo significa perdere tutte quelle aziende, per lo più cinesi, che nel frattempo hanno cambiato domicilio". A denunciare un sistema che non funziona nel recupero della Tari evasa è lo stesso presidente di Sori, Alessandro Michelozzi. Secondo quest’ultimo il sistema introdotto a partire dal 2010 che vede Alia mandare le bollette, gli avvisi di mancato pagamento e i solleciti, per poi affidare a Sori il recupero coattivo "non è pienamente efficiente".

"Se fin dal primo avviso di mancato pagamento potessimo intervenire direttamente come Sori – prosegue Michelozzi –, riusciremmo a recuperare un 1015% di evasione in più. Non subiremmo infatti più tutte le variazioni di domicilio e potremmo richiedere in anticipo il pagamento delle somme non versate". Il presidente di Sori annuncia di avere intenzione di "avviare un tavolo tecnico con i singoli Comuni soci" con l’obiettivo di efficientare il sistema. Anche perché si parla di numeri molto importanti. Su un servizio Tari dal costo di 45 milioni di euro annui, ben il 2022% non viene riscosso da Alia e finisce nelle mani di Sori. La società di piazza San Francesco a sua volta riesce a recuperare circa il 2030% dell’evasione. Alla fine dei conti, quindi, ogni anno ci si ritrova con 45 milioni di euro di Tari non riscossa, che poi finisce nelle bollette di tutti gli altri cittadini in regola. "Chiaramente noi gestiremo la Tari fino a questo resterà una tassa – conclude il presidente di Sori –. Con l’arrivo della tariffa puntuale diventerà un servizio, e lì sarà gestito direttamente fra cliente e Alia".