Toccafondi sotto torchio. Interrogato per sette ore

L’ex presidente di fronte ai pm. E oggi si prosegue

Paolo Toccafondi in tribunale il giorno dell’interrogatorio di garanzia. Ieri l’ex presidente del Prato è stato ascoltato in procura

Paolo Toccafondi in tribunale il giorno dell’interrogatorio di garanzia. Ieri l’ex presidente del Prato è stato ascoltato in procura

Prato, 29 luglio 2017 - Sette ore di interrogatorio durante il quale sono state ripercorse tutte le accuse mosse a Paolo Toccafondi, ex presidente dell’Ac Prato. Sotto torchio dalle 9 alle 16 per un interrogatorio fiume che non si è ancora concluso. Il pm Lorenzo Gestri e il capo della squadra mobile Francesco Nannucci hanno dato nuovamente appuntamento a Toccafondi, assistito dall’avvocato Enrico Guarducci, per stamani alle 9 per completare il quadro nell’ambito dell’inchiesta sui baby calciatori portati in Italia dall’Africa e che ha portato l’ex presidente all’interdizione dalla guida della società per quattro mesi e ai domiciliari l’ex presidente della Sestese, Filippo Giusti e il procuratore sportivo Filippo Pacini. In carcere è finita solo l’ivoriana Stephanie Nety per la quale la misura è stata già attenuata su richiesta dalla stessa procura dopo che è stata interrogata e ha collaborato con gli inquirenti: ora ha l’obbligo di dimora e il divieto di espatrio.

L’interrogatorio di Toccafondi è stato richiesto dallo stesso avvocato difensore dopo che l’ex presidente si era avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al gip, ma in maniera contingentata, ossia per chiarire la posizione del suo assistito per quanto riguarda la contestazione di frode sportiva, il secondo filone dell’inchiesta.

Richiesta che però non è stata accolta dai magistrati tanto che l’avvocato e lo stesso Toccafondi hanno deciso di rispondere a tutte le contestazioni, anche quella sull’immigrazione clandestina.

Ed è proprio sul meccanismo di arruolamento e arrivo in Italia dei calciatori minorenni che si è stato ascoltato ieri in Procura l’ex presidente del Prato. "Le contestazioni sono quelle contenute nelle carte e noi abbiamo risposto su tutta la linea – dice l’avvocato Guarducci – Non c’è nulla di più. D’altronde i giudici tutelari acconsentivano all’affidamento dei ragazzi e le richieste passavano dall’ufficio immigrazione. Non c’è traccia di passaggio di soldi o indicazioni di somme su questi giocatori. Toccafondi è in buona fede. Vedremo che cosa succederà".

L’inchiesta ha scosso il mondo sportivo allargandosi dal Prato a macchia d’olio su altre società che avrebbero usato lo stesso meccanismo per portare le promesse del calcio in Italia in barba alle leggi sull’immigrazioni. Intanto oggi seconda puntata per Toccafondi.