Tagli alle periferie, la furia di Biffoni «Danno enorme per il futuro della città»

Undici milioni ‘congelati’. Il sindaco: «Progetti già esecutivi, è una follia»

Il sindaco Matteo Biffoni

Il sindaco Matteo Biffoni

Prato, 8 agosto 2018 - «Siamo alla follia, questo governo non si rende neanche conto di che cosa sta facendo. Sono inadeguati, completamente inadeguati». Il vento che soffia forte nel cellulare non abbassa neanche di un decibel la rabbia di Matteo Biffoni. Il sindaco ha un diavolo per capello. Il congelamento del «Piano periferie» – che sfilerebbe di bocca a Prato undici milioni di euro stanziati durante il governo Renzi per il recupero e il rilancio di alcune aree della città (in primis le piste ciclabili, il Palazzo Pacchiani e il Bastione delle Forche) è un pugno allo stomaco per il primo cittadino il quale punta ora il dito contro il governo e invita tutti i politici pratesi, «dai consiglieri comunali ai parlamentari di ogni schieramento a dire no a questo provvedimento».

«Adesso finalmente capiremo chi vuole bene a Prato e chi no – tuona Biffoni – questi progetti di riqualificazione non hanno un colore politico, sono interventi preziosi per il futuro della città. Voglio proprio sentire cos’hanno da dire gli esponenti locali della Lega e dei 5 Stelle...». Il sindaco è un fiume in piena: «Eravamo stati bravissimi a intercettare per la nostra città undici milioni dei circa due miliardi stanziati dal governo Renzi – prosegue – Soldi che servono per riqualificare tutte le piste ciclabili della città dotandole di nuova illuminazione, a rilanciare il Bastione delle Forche e soprattutto il Palazzo Pacchiani dove vorremmo trasferire gli uffici dell’urbanistica e il Suap».

«Non si tratta – porsegue il primo cittadino – di operazioni da poco. Rilanciare queste aree signfica ridare slancio a intere zone della città. Senza i soldi del Governo, in un bilancio come il nostro dove andiamo a pescarli undici milioni di euro? Puntiamo a fare 13 al Totocalcio?».

Di fatto a ‘congelare’ il «Piano periferie» è un emendamento al decreto Milleproroghe approvato martedì dal Senato. Il provvedimento sancisce di fatto la sospensione per due anni delle convenzioni sottoscritte dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sugli interventi del bando. In soldoni (si fa per dire...) stop alle decine di milioni destinate ai Comuni. «Non si rendono conto di che autogol stanno facendo – prosegue nel suo sfogo Biffoni – E sa perché? Perché quei soldi erano destinati a Comuni amministrati da ogni colore politico. Quei soldi mancheranno per le periferie di Livorno amministrata da Nogarin che è dei 5 Stelle, e mancheranno, ad esempio, ad Arezzo, governata dal centrodestra. Qui non si tratta, insomma, di una questione politica ma di un danno concreto fatto alle città».

I progetti, tra l’altro, sono già un pezzo avanti spiega Biffoni. «Ci sono già i progetti esecutivi – conclude – in autunno andranno a gara. Voglio proprio vedere come andrà a finire questa storia. Per ora so soltanto che il Governo aveva promesso delle manovre economiche e mi sembra che adesso, tutto ad un tratto si sia reso conto di non avere i soldi per farle. E così ricorre a queste operazioni danneggiando enormemente i Comuni che già si erano assicurati le risorse per aiutare i rispettivi territori».