Tagli ai posti letto: il solito refrain d’estate Stavolta la polemica è sulle cure intermedie

La Cgil lancia l’allarme, poi fa una parziale retromarcia. L’Asl si difende: "L’obiettivo è salvaguardare gli ambiti medico e chirurgico"

Bufera sul taglio estivo dei posti letto nelle cure intermedie, quelle che garantiscono a pazienti clinicamente stabili e dimessi dall’ospedale di essere seguiti in un ambiente protetto prima di tornare a casa o in rsa. A sollevare il polverone è la Fp Cgil Toscana che lancia l’allarme: "Dal primo giugno tutti i posti letto delle cure intermedie della Usl Toscana Centro saranno chiusi". Un allarme che l’azienda sanitaria però smentisce subito, esprimendo "sorpresa" in quanto "obiettivo prioritario è salvaguardare gli accessi della popolazione ai servizi sanitari, in modo particolare per quanto riguarda le attività ospedaliere". E garantisce in modo laconico: "Nessuna riduzione dei posti letto di cure intermedie è prevista per l’estate".

Nonostante il periodo estivo e le ferie da far godere ai dipendenti "anche per il 2022 l’obiettivo è di mantenere aperti buona parte dei letti sia in ambito medico, sia chirurgico (42 letti in più rispetto al 2021)", continua l’Asl. Un’operazione resa più semplice dal fatto che si sta verificando "una riduzione dei letti dedicati a pazienti covid". Il che ha fatto sì che "le risorse professionali liberate stiano attivamente supportando da una parte il piano ferie e dall’altra l’incremento dell’attività chirurgica per l’abbattimento delle liste di attesa". come richiesto dalla Regione. Ad aggiustare il tiro per quanto riguarda la situazione di Prato è anche Sandro Malucchi, segretario generale della Fp Cgil Pistoia-Prato secondo il quale i provvedimenti di chiusura dei posti letto nelle cure intermedie non produrranno, almeno in città, "effetti significativi". Sebbene, precisi sempre Malucchi, che dal primo giugno saranno chiusi gran parte dei posti letto delle cure intermedie della Usl Toscana Centro, decisione presa a causa del blocco delle assunzioni del personale del sistema sanitario regionale, "che costringe l’azienda a chiudere i servizi per recuperare il personale per garantire ai lavoratori il diritto alla ferie". Eppure l’Asl, proprio per far fronte alla debolezza conclamata durante i mesi della pandemia "sul fronte delle cure e nell’assistenza sanitaria territoriale, in particolare nell’offerta di posti letto di bassa intensità di cure, aveva creato con un piano straordinario di investimenti, oltre 100 posti di cure intermedie". Malucchi argomenta: "Purtroppo le carenze di professionisti sanitari si faranno sentire in moltissimi servizi ma tra questi, almeno a Prato, non vi sono le cure intermedie che daranno continuità al servizio tramite il centro La Melagrana e quello svolto nella palazzina Ovest all’exo Misericordia e Dolce. Senza le cure intermedie, in attesa delle case di comunità e dei distretti socio sanitari, abbassare ulteriormente l’asticella dei servizi sanitari sarebbe stato troppo per l’area pratese". In sostanza a Prato, come confermato da Lorena Paganelli, direttrice della Società della Salute, non chiuderanno i posti letto delle cure intermedie. Ma quello che preoccupa la Fp Cgil è la contemporanea chiusura di posti di degenza medica oltre a quelli di cure intermedie a livello toscano.

"Tutto questo porterà a un continuo sovraffollamento dei pronto soccorso", lamenta. In chiusura ce n’è anche per i sindaci e le istituzioni locali: "Tagli alla sanità e riduzione di personale colpiscono i più deboli, caricando di un peso assistenziale le famiglie, nel silenzio dei sindaci e delle Istituzioni locali, da parte dei quali nessuna presa di posizione è arrivata sugli ennesimi tagli a una parte importante del nostro sistema sanitario pubblico regionale".

Sara Bessi