Superbonus, 50 cantieri a rischio E i condomini ora sono polveriere

Entro il 25 novembre bisogna completare la documentazione per ottenere ancora l’agevolazione al 110%. L’alternativa è spendere molto di più (il vantaggio scenderà al 90%) o rinunciare alla riqualificazione

Migration

Rischiano di diventare delle vere e proprie polveriere i condomini a seguito delle novità introdotte dal governo in merito sul superbonus per la riqualificazione energetica degli immobili. Con le nuove regole stabilite dal decreto Aiuti quater si potrà continuare a beneficiare dell’incentivo al 110% per l’ultimo scorcio di 2022 (dal 2023 il bonus sarà per tutti al 90%) solo a due condizioni: che la delibera dell’assemblea di condominio sia stata approvata entro il 25 novembre e che il tecnico di riferimento abbia presentato la Cilas entro quella stessa data. La Cilas è la comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus, cioè un titolo abilitativo necessario per partire con gli interventi di ristrutturazione. Di solito si presenta quando si è nell’immediatezza della partenza del cantiere e in molti se la stavano prendendo con calma perché le vecchie regole stabilivano la durata del superbonus fino al 31 dicembre 2023.

Ma ora con le decisioni del governo Meloni è tutto cambiato e si è innescata una paradossale corsa contro il tempo che vede centinaia di professionisti lavorare anche di notte pur di produrre in tempo la documentazione. Il problema di riuscire a chiudere tutte le pratiche burocratiche entro il 25 novembre non è affatto banale. Perché non riuscirci mette di fronte i condomini a due strade: accettare di fare i lavori col superbonus al 90%, quindi spendendo il 20% in più di quanto approvato inizialmente in assemblea di condominio, oppure rinunciare alla riqualificazione energetica dell’immobile. A Prato, secondo le associazioni degli amministratori di condominio, ci sono circa una cinquantina di palazzi che stanno sprintando a tutta velocità per rientrare in extremis nel superbonus al 110%. Ma non è assolutamente detto che ce la facciano.

"Nei condomini c’è grande tensione – spiega Roberto Asaro, presidente di Anaci Prato Pistoia –. Da un giorno all’altro si sono ritrovati con le regole cambiate e col rischio di spendere il 20% in più per i lavori di ristrutturazione. Qui non parliamo di comprare beni di basso valore, qui in ballo ci sono spese maggiorate per decine di migliaia di euro a famiglia. A livello nazionale è in atto una sommossa contro questo provvedimento e l’augurio è quello che ci sia una proroga a fine anno per la presentazione dei documenti. Qui ci sono tecnici che stanno facendo le nottate pur di non lasciare a piedi i condomini. E’ chiaro a tutti che siamo di fronte a una situazione insostenibile e che il governo debba metterci mano". Se c’è chi ancora spera di rientrare nel superbonus al 110%, c’è poi chi invece sarà costretto a rinunciarci. Perché per convocare un’assemblea di condominio servono cinque giorni di preavviso, e quindi chi non si è mosso entro questa settimana, è già ufficialmente fuori dalla maxi agevolazione fiscale. Con un ulteriore rischio, quello cioè che non si trovi più l’accordo fra i vari condomini nell’effettuare i lavori col bonus al 90%. "Le persone sono contrariate perché per anni sono state costrette ad aspettare, visto che le aziende davano la precedenza ai condomini di grandi dimensioni – aggiunge Asaro –. E adesso che sarebbe toccato ai condomini medio-piccoli arriva il governo a bloccare tutto. E’ evidente che queste famiglie sono state penalizzate. Di fatto il 70% dei condomini di Prato rischia di restare tagliato fuori da queste ristrutturazioni agevolate". Anaci tiene anche a precisare che il bonus al 90% resta pur sempre un provvedimento vantaggioso per le ristrutturazioni, ma "chiaramente le persone si irrigidiscono perché comunque è meno conveniente di una situazione che fino a pochi giorni fa sembrava facilmente accessibile".

Stefano De Biase