Edifici pubblici più sicuri. È stata completata una delle fasi più delicate della messa in sicurezza sismica del palazzo comunale di via Toscanini: il taglio dei pilastri e l’applicazione dei dispersori. Si tratta dell’applicazione di una tecnologia ingegneristica innovativa ancora poco usata in Italia, soprattutto quando si tratta di edifici pubblici. Tra le fondamenta dell’edificio e ciascuno dei pilastri che reggono la struttura sono stati applicati dei dispersori sismici, una sorta di ammortizzatori, che, in caso di terremoto, smorzeranno il propagarsi delle onde sismiche ai livelli superiori del palazzo. "È una grande soddisfazione essere uno dei pochi Comuni a livello nazionale ad aver applicato questa tecnologia ad un edificio esistente del patrimonio pubblico - sottolinea il sindaco Simone Calamai –. L’edificio di via Toscanini ospita servizi strategici in caso di calamità come l’anagrafe e gli uffici tecnici ed era importante mettere in sicurezza il palazzo per far funzionare al meglio la macchina della protezione civile". l’auspicio è di poter restituire quanto prima possibile l’edificio ai cittadini, dopo il trasferimento dei vari servizi nel palazzo di via Montalese e al centro giovani ’David Sassoli’ di piazza Don Milani. In Toscana, e più in generale in Italia, è uno dei primi interventi mai realizzati su un edificio esistente e sicuramente è il primo realizzato in provincia di Prato. Il lavoro di messa in sicurezza arriva in seguito alle indagini di prevenzione sismica effettuate dal Comune nel 2014 su scuole ed edifici pubblici, che hanno permesso di avere un quadro completo dello stato di salute del patrimonio edilizio pubblico. Un risultato importante che sarà presentato, anche attraverso un sopralluogo nell’area di cantiere, nel corso di un seminario promosso dal Comune di Montemurlo con l’ordine degli ingegneri della provincia di Prato in programma mercoledì 16 novembre alle 9 al teatro della Sala Banti in piazza della Libertà. Infine, sul perimetro dell’edifico è stato realizzato uno scannafosso per consentire il movimento oscillatorio, che potrebbe arrivare fino a 20 centimetri durante il terremoto; durante l’intervento sono state consolidate le fondazioni e i pilastri e in ultimo è stato realizzato un solaio rigido sopra le fondazioni stesse.