Studente bloccato a Dubai dall’incubo Covid. genitori disperati: "Ridateci nostro figlio"

L’appello della madre di un quindicenne volato negli Emirati e poi risultato positivo: "Lo Stato non può lavarsene le mani in questo modo"

Laura Liuzzi e Andrea Postiferi

Laura Liuzzi e Andrea Postiferi

Prato, 27 luglio 2021 - "Ridateci i nostri figli": Laura ha la voce strozzata. La voce di una mamma che aspetta il rientro del suo ragazzo, bloccato a Dubai, insieme ad altri 200 studenti italiani volati negli Emirati Arabi per un viaggio studio finanziato dall’Inps e organizzato in collaborazione con il tour operator Accademia Britannica, specializzato in questo tipo di soggiorni. Quelle che dovevano essere due settimane di spensieratezza si sono trasformate in un incubo: il focolaio di Covid scoppiato all’interno della comunità studentesca ha spinto le autorità locali a bloccare il rimpatrio dei ragazzi. Negli ultimi giorni i negativi sono potuti rientrare, mentre i positivi - pur trascorsi i dieci giorni di isolamento, tanti ne sono previsti lì - non possono tornare a casa.

Federico è tra loro, insieme a un’altra ragazza di Prato. Lui compirà 16 anni a settembre, lei ne ha 15: a partecipare al viaggio studio studenti da 15 a 18 anni di età, la maggior parte minorenni. "Sono disperata - spiega Laura Liuzzi - è come se giocasseo alla roulette russa con mio figlio. Federico, come gli altri, sta bene fisicamente, psicologicamente tiene duro e cerca di tranquillizzarmi. Ma io lo so che vive l’esito del tampone con l’angoscia nel cuore. Sono ragazzi giovani, lontano da casa da quasi un mese". L’odissea di Federico e di altri 250 studenti italiani è iniziata il 30 giugno, con l’emozione di un viaggio guadagnato per merito. Al momento del rimpatrio, il 12 luglio, dopo l’effettuazione dei tamponi, lasciapassare per salire in aereo, la doccia fredda: i casi di Covid (positivo anche il giovane pratese), dagli 11 iniziali erano passati a 100. Un numero altissimo, addirittura lievitato dopo l’arrivo a Dubai del secondo gruppo di studenti partiti - sempre con l’Inps - il 7 luglio (i ragazzi sono stati posti in isolamento nella residenza universitaria): soltanto dopo, anche grazie alle segnalazioni via social di Laura e del marito Andrea Postiferi, i viaggi studio negli Emirati arabi sono stati interrotti, con l’annullamento della partenza prevista per il 14. Federico si è appena sottoposto a nuovo tampone, ma l’esito purtroppo non è stato quello sperato: ieri gli è stato comunicato di essere ancora positivo (circa 100, su 230, i negativizzati che rientreranno a breve), mentre dagli Emirati Arabi continuano a confermare la necessità di un tampone negativo per dare l’ok al rimpatrio. Nei prossimi giorni dovrà effettuarne un altro. L’esito sperato significa poter tornare nella sua Prato e riabbracciare la famiglia. Frequenta il Liceo scientifico Copernico, è stato promosso in terza A. Gioca nel Volley Prato. "Anche in questi giorni sta pensando alle visite mediche per ripartire alla grande a settembre", dice con dolcezza mamma Laura.

"Il viaggio studio a Dubai voleva proprio essere un premio per l’impegno che ha messo durante l’anno. E invece è chiuso nella sua camera dal 12 luglio". Laura Liuzzi parla del figlio, ma la sua è l’angoscia di tanti genitori che stanno vivendo la stessa tremenda disavventura e che, in stretto contatto con l’ambasciata italiana a Dubai, sperano di ricevere buone notizie: "Questa situazione ci sta distruggendo". "Non siamo genitori irresponsabili - sottolinea - quando i ragazzi sono partiti, il 30 giugno, i contagi a Dubai erano sotto la soglia d’allerta. Non sono connazionali qualunque, ma studenti che si sono spostati con un viaggio pagato dall’Inps, perché vincitori di una borsa di studio. Una vacanza autorizzata. E’ un dovere che lo Stato se ne faccia carico, non può svignarsela".

Le spese, considerata la permanenza allungata e i voli di rientro - per quanto "in questo momento siano l’ultimo pensiero" - sono coperte grazie a un’assicurazione compresa nel pacchetto e prevista proprio in ottica Covid. "Qualche giorno fa, in un webinair organizzato dall’ambasciata e dal consolato - chiude la madre - l’Accademia Britannica ha ribadito che i genitori non devono preoccuparsi per l’aspetto economico. Chiediamo un volo per loro, sono minorenni. Quando potremo riabbracciarli?".