Stop ai sacchi rossi per chi è in quarantena Cambia la raccolta rifiuti, restano i problemi

Organico, carta, plastica e indifferenziato in un unico contenitore da esporre all’esterno una sola volta a settimana. E chi non ha terrazzo o giardino?

Quattrocento utenze Covid da gestire nei primi giorni di novembre, un migliaio a partire da inizio dicembre e 4.178 richieste il 10 gennaio. Sono i numeri che hanno reso insostenibile per Alia la gestione delleattivazioni del servizio di raccolta dei sacchi rossi per gli utenti positivi al Covid o in quarantena. Uno scenario reso ancora più critico dalla situazione di tutta l’Ato Toscana Centro (Empoli, Firenze e Pistoia), con 35.000 utenti Covid e altri 40.000 in ingresso, e che ha portato il governatore Eugenio Giani a porre fine all’esperienza dei sacchi rossi per la raccolta dei rifiuti dei contagiati. Con la nuova ordinanza della Regione, da martedìi rifiuti delle persone positive in isolamento domiciliare non dovranno più essere messi nei sacchi rossi, né differenziati.

Organico, carta, plastica e indifferenziato andranno messi in un unico sacco, da chiudere all’interno di uno o due ulteriori sacchetti (si consiglia l’uso di quelli domestici e non di quelli grandi condominiali), da esporre all’esterno nel giorno di ritiro porta a porta dell’indifferenziato. Come troppo spesso accade, si tratta però dell’ennesimo provvedimento penalizzante con cui dovere fare i conti durante questa pandemia. Perché non solo bisogna convivere con la preoccupazione per il proprio stato di salute, il timore di contagiare i propri cari e l’impossibilità di uscire di casa anche se asintomatici, ma ora bisognerà tenersi la spazzatura in casa anche per un’intera settimana. Se prima con i sacchi rossi erano garantiti due passaggi settimanali, adesso ci sarà un unico passaggio nel giorno dell’indifferenziato. Di fatto, chi ha una casa senza ampi terrazzi o giardino andrà incontro a seri problemi. Chi invece può contare su un’isola condominiale, vedrà trasformare questo spazio in una maxi discarica a cielo aperto visto che i sacchi non potranno essere collocati all’interno dei contenitori ma solo a fianco di questi, che quindi si accumuleranno per una settimana intera (soggetti a vento e pioggia) in attesa che passi qualcuno a ritirarli. Senza contare il fatto che secondo le regole di Alia chi vive in un condominio non ha diritto né al bidoncino dell’indifferenziata, né ai relativi sacchetti, costringendo il singolo utente che già vede aumentare da anni il costo del servizio, a sobbarcarsi pure la spesa dell’acquisto del materiale per conferire i rifiuti. Poi c’è il caso delle persone sole, oggettivamente impossibilitate a provvedere al conferimento dei rifiuti, anche per l’assenza di rete parentale, amicale o sociale. Questi utenti potranno mandare una mail a [email protected] oppure chiamare il call center di Alia al numero 800.888.333 oppure lo 0571.1969333 per richiedere l’attivazione della raccolta domiciliare. La politica regionale in tutto questo si dice "soddisfatta" della novità introdotte e di "avere semplificato le condizioni di vita dei cittadini".

Se cambiano le regole per i cittadini, le novità riguardano gli stessi operatori ecologici di Alia. Durante il ritiro dei sacchi saranno ancora più protetti, quando vedranno un sacchetto rotto dovranno inserirlo all’interno di un altro sacco contenitivo e dovranno spruzzare una soluzione igienizzante sui bidoncini da cui è fuoriuscito indifferenziato Covid. Arrivato in discarica il materiale sarà avviato direttamente alla termovalorizzazione e non verrà più diviso dagli addetti al servizio fra quello da riciclare e quello non più utilizzabile.

Stefano De Biase