Sos di Vignali: sommersi dai rifiuti. Senza impianti destinati a chiudere

Quintali di scarti tessili in azienda e costi di smaltimento alle stelle

Ivo Vignali, titolare della Vignali spa mostra gli scarti tessili stoccati in azienda e destinati alla discarica

Ivo Vignali, titolare della Vignali spa mostra gli scarti tessili stoccati in azienda e destinati alla discarica

Prato, 6 luglio 2018 - Sommersi dai rifiuti e dai costi di smaltimento. A denunciare a gran voce una situazione che sta diventando insostenibile per le imprese del distretto è Ivo Vignali, presidente del consiglio di amministrazione di Vignali spa, impresa pratese del comparto finissaggio specializzata nel trattamento di velluti e tessuti per arredamento. «Convivere in azienda con i rifiuti e, quando finalmente si riesce a liberarsene, spendere per lo smaltimento cifre molto elevate, che incidono significativamente sul bilancio». La Vignali non è un’eccezione. Le imprese tessili pratesi, soprattutto le lavorazioni conto terzi, sono da mesi alle prese col problema dello smaltimento dei rifiuti speciali. Le ditte specializzate hanno crescenti difficoltà nel trovare impianti in grado di ricevere gli scarti di lavorazione classificati come non pericolosi. Nel caso del tessile si tratta soprattutto di peluria, residui di filati e ritagli delle pezze di tessuto che, come accade alla Vignali, sono sottoposte ai trattamenti di finissaggio.

«I tessuti da arredamento che trattiamo in azienda sono piuttosto pesanti; le testate di ciascuna pezza, scartate al termine dei processi di finissaggio, pesano almeno 600 grammi, qualche volta arrivano al chilogrammo - spiega Ivo Vignali -. Ogni giorno lavoriamo alcune centinaia di pezze e arriviamo a produrre 4 quintali di rifiuti che portiamo nel piazzale, imballiamo e predisponiamo per lo stoccaggio in azienda. Il ritiro ha tempi lunghi e costi sempre più elevati: dall’inizio dell’anno gli incrementi sono del 50%. Qualcuno mi chiede: ma non potreste riutilizzare o riciclare tutto questo materiale? Magari, rispondo. In primo luogo non tutti gli scarti sono riciclabili; ma anche quelli che lo sono non hanno mercato. I ‘cenciaioli’ di una volta sono sempre più rari».

Il rammarico di Vignali e di tanti altri imprenditori tessili nasce dalla constatazione che proprio oggi che l’economia circolare è diventata di attualità riciclare gli scarti tessili è particolarmente difficile. Molta la burocrazia per far classificare i residui di produzione come sottoprodotti da reimmettere nel ciclo produttivo. Confindustria Toscana Nord, ha elaborato delle linee-guida per facilitare l’iter: è un valido aiuto, ma non basta. «Ciò che può essere riutilizzato è bene che lo sia, facilitando i passaggi necessari e favorendo la creazione di un mercato per i prodotti di riciclo. Ma tutto non può essere riutilizzato. Se servono impianti nuovi che si facciano». Non si può più aspettare.