Insulti ai candidati, l’esaminatore "cafone" ci casca di nuovo

Un anno a Prato finì al centro di una indagine della motorizzazione di Firenze

Esaminatori protestano ad Arezzo contro l'uomo molto conosciuto  a Prato

Esaminatori protestano ad Arezzo contro l'uomo molto conosciuto a Prato

Prato, 14 novembre 2017 - Blocco degli esami di teoria e pratica per il rilascio della patente. E’ la protesta scelta dalle aziende del consorzio «Autoscuole Jolly» in provincia di Arezzo. Dicono «no» compatte alla condotta «sopra le righe» di un esaminatore che si rapporterebbe con modi poco ortodossi verso istruttori e allievi. Recidivo, perché a ottobre 2016 era finito al centro di un’indagine interna della Motorizzazione di Firenze per aver insultato un candidato a Prato, dove ha lavorato per molti anni ed è per questo assai conosciuto.

Così ieri nessun allievo era presente alla sessione di test programmata a Montevarchi. Ma ad attendere l’esperto incaricato di valutare gli aspiranti driver c’era una folta rappresentanza dei titolari delle imprese che hanno spiegato i motivi della mobilitazione. Un confronto aspro che non è riuscito a sbloccare l’impasse. «Siamo in sciopero e lo resteremo per tutelare la nostra professionalità, che da aprile scorso, da quando questo signore ha iniziato a lavorare da noi, è messa in discussione. Durante gli esami si sono registrati problemi gravi con gli esaminandi e con i genitori che stanno pagando le rette e hanno diritto allo svolgimento di prove eticamente corrette». La decisione è frutto di mesi di frizioni e di proteste a voce e via lettera. L’ultima segnalazione è del 30 ottobre, inviata via pec alle Motorizzazioni civili, all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e alla Provincia. «La misura è colma», dice Gianni Giorgi, responsabile della didattica del Consorzio. «Spesso e volentieri questa persona tratta male noi e i corsisti apostrofandoci in malo modo». Chiara e Piergiovanni Ghiandai dell’Autoscuola Aurora di Arezzo, 30 anni di attività, citano alcuni esempi: «Qui si tratta di creare un clima positivo. E invece inveisce contro gli esaminandi, li critica persino per come si vestono o per il taglio di capelli. In queste condizioni non è possibile continuare». Colto di sorpresa, l’accusato ascolta e prova a difendersi: «Non mi sono mai sottratto quando qualcuno ha voluto confrontarsi con me. Posso avere avuto un difetto di comunicazione, ma finalmente ci siamo parlati e sono disponibile a ricomporre la situazione. Con il buonsenso da entrambe le parti troveremo un accordo».