Ingressi scaglionati, mascherine, ancora Dad. Le lezioni che conoscevamo non torneranno

La prima circolare del ministero impone il distanziamento. Ma le aule sono piccole e ricompare lo spettro della didattica a distanza

Sanificazione a scuola

Sanificazione a scuola

Prato, 28 luglio 2021 - Più che un ritorno al futuro sarà un ritorno al (recente) passato. La scuola di settembre, secondo le indicazioni dell’utima circolare inviata dal ministero dell’Istruzione il 22 luglio, purtroppo non sarà così diversa da quella che abbiamo conosciuto negli ultimi due anni segnati dalla pandemia. Con lo spettro della dad che continuerà ad aleggiare sopra la testa di centinaia di studenti. Le indicazioni del governo sono chiare, quindi è pressochè scontato che il prosssimo anno scolastico ricalcherà quello passato con ingressi scaglionati dallle 7,30 alle 10 di mattina, distanziamento obbligatorio, mascherine in classe e la tanto discussa e poco amata dad che tornerà a scandire le giornate di molti alunni.

La circolare inviata ai dirigenti impone l’obbligo del distanziamento, resta valido il metro di distanza dalla cosiddetta ’rima buccale’ (ossia da bocca a bocca), ma ad esempio al liceo Livi con classi di 31 alunni in appena 50 metri quadrati questi saranno parametri impossibili da rispettare e quindi il ricorso alla didattica a distanza, per alcune sezioni, sarà praticamente certo. Servirebbero aule grandi almeno il doppio delle attuali per mettere tutti in sicurezza. Ma bisogna fare i conti con la realtà e a Prato, soprattutto per le scuole superiori, esiste da decenni il nodo della mancanza di spazi tranne che per alcuni istituti come, ad esempio, il Buzzi, dove il preside Alessandro Marinelli è convinto di poter scongiurare il ricorso alla dad grazie agli spazi a disposizione (tutt’ora sono in corso lavori per aumentare il più possibile la capienza) e all’uso obbligatorio di mascherine al netto delle vaccinazioni che - secondo il preside - sono la via maestra per mettere tutti quanto più possibile al riparo da Covid.

"Siamo ancora in panedemia e la scuola per quanto sia stato fatto il possibile per renderla sicura non è certo immune", conferma Daniele Santagati nei suoi ultimi giorni da preside del Datini prima della pansione. "È impossibile pensare che il prossimo settembre sarà diverso dagli ultimi due anni, resteranno le stesse misure restrittive che ci sono state finora".

La pensa allo stesso modo Maria Grazia Ciambellotti, dirigente dei licei Livi e Brunelleschi e reggente al comprensivo Marco Polo: "Purtroppo resteranno diversi disagi anche perché dalle indicazioni che ci sono arrivate dovremo garantire il distanziamento, ma non tutte le clsssi sono abbastanza grandi per contenere tutti gli studenti", coferma. "Al momento non abbiamo avuto alcuna indicazione sulla partita dell’organico Covid e quindi anche questo è un ulteriore problema. Con insegnanti aggiuntivi possiamo dividere le classi. Le ultime indicazioni parlano di mascherine obbligatorie, distanza e sanificazioni: è ovvio che dove non sarò in grado di garantire il metro tra studente e studente dovrò prendere in considerazione l’alternativa della didattica a distanza".

Il governo vuole in tutti i modi scongiurare la dad, ma al momento è più una speranza che un’ipotesi concreta. "La riapertura della scuola senza dad, se possibile, è una priorità per il governo. Valuteremo in queste ore quali saranno le strade migliori", ha detto il ministro della salute Roberto Speranza, ma le buone intenzioni si infrangono in aule di appena di 50 metri quadrati con 31 studenti e almeno un docente. Ciambellotti non naconde preoccupazione anche per le mancate risposte che aspetta dalla Provincia sulle classi aggiuntive per i licei Livi e Brunelleschi: "Ancora non conosco la sede della succursale e questo non facilita il lavoro".