"Sì, finalmente in classe Che sollievo per i ragazzi"

Primo giorno di riapertura. L’entusiasmo di alunni, genitori e nonni all’uscita dal San Niccolò. Qualche timore, ma prevale la fiducia sulle misure di sicurezza

I bambini sorridenti che escono da scuola. I genitori e i nonni in attesa di accoglierli a braccia aperte per riportarli a casa e farsi raccontare tutto della loro mattinata. Potrebbe sembrare una scena di straordinaria normalità, ma non al tempo del Covid-19. La didattica a distanza l’ha fatta da padrona a lungo in questo ultimo anno, ma forse il peggio è alle spalle, sperando che presto tutti gli studenti possano rimettere piede in classe. Intanto, dalla giornata di ieri hanno avuto il via libera per tornare in aula gli alunni pratesi di asili, elementari e prime medie. Funziona così in zona rossa, mentre con l’arancione anche i ragazzi delle seconde e delle terze medie sarebbero autorizzati a fare lezione in presenza, con i liceali invece divisi fra scuola e camera di casa.

"Per i nostri figli è senza dubbio un sollievo questo rientro in aula. Hanno bisogno di socializzare fra loro e con le maestre, specie quando sono così piccoli", il punto di vista di Debora Lo Sasso, mamma di una bambina del Conservatorio San Niccolò. Le fa eco Viria Calamai: "Fortunatamente il Governo ha deciso di riaprire le scuole, o almeno parte di esse, in zona rossa, altrimenti sarebbe stato un disastro. Non tanto per i genitori, quanto per i bambini e i ragazzi. Non possono stare troppe ore al computer per seguire la lezione, sia perché fa male, sia perché dopo un po’ si deconcentrano. Alla loro età hanno necessità di muoversi, di interagire con degli adulti che non siano il padre, la madre o i nonni. Insomma, mi auguro che non ci siano altre spiacevoli sorprese all’orizzonte e che si riesca a concludere l’anno scolastico in presenza".

Una speranza condivisa dagli altri genitori in attesa all’esterno del plesso di piazza Niccolò Cardinale, come Monica Franzoni: "Incrociamo le dita perché la situazione regga. Non è scontato, alla luce dell’alto numero dei contagi che si registrano quotidianamente qui a Prato, ma sono fiduciosa. E’ bello vedere i propri figli felici mentre escono da scuola: in casa sono troppo limitati. E anche noi genitori siamo più sollevati, dato che comunque abbiamo da portare avanti il nostro lavoro. Non tutti sono in smart working o in cassa integrazione, quindi c’era il problema di trovare qualcuno a cui affidare i figli nelle ore passate fuori di casa".

Chi spesso e volentieri si è assunto questo compito durante le settimane e i mesi di Dad sono stati i nonni: "Ma l’abbiamo fatto con assoluto piacere, nonostante che pure a noi gli impegni non manchino. Il tempo trascorso con i nipoti è quello più appagante della nostra giornata", afferma Franco Puggelli. "Senz’altro per noi nonni era bello poter stare vicini ai nipoti così tante ore. Ma se penso al loro bene – aggiunge Fabrizio Fantaccini – sicuramente dico che è giusto che siano tornati in classe, perché è di capitale importanza per la loro crescita".

Così come è necessario che la scuola continui a dimostrarsi un ambiente sicuro per gli studenti e il personale docente. Sotto questo aspetto, i genitori sembrano piuttosto tranquilli. "Qui al Conservatorio non si sono mai registrati focolai. E’ vero che un po’ di paura c’è, ma è normale pensando ai tanti casi che emergono a Prato. Però non considero la scuola come un veicolo di trasmissione del virus, anche perché ci sono i numeri a testimoniarci che non lo è – insiste Alessandra Belliti –, per cui sono ben contenta di questa riapertura".

Francesco Bocchini