I rom e lo strano tesoro da 2 milioni e mezzo: chiesta la confisca

Djulia Ahmetovic, una delle donne di etnia rom cui furono confiscati i beni lo scorso anno

Djulia Ahmetovic, una delle donne di etnia rom cui furono confiscati i beni lo scorso anno

Prato, 13 ottobre 2018 - Conti correnti, polizze vita, libretti postali, oltre a sette immobili e fabbricati rurali. Fece scalpore il tesoro, quantificabile in circa due milioni e mezzo di euro che nel giugno 2017 furono sequestrati alle famiglie Ahmetovic e Halilovic al termine di una capillare indagine condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura. Motivo del provvedimento? I redditi dichiarati dalle famiglie (in certi casi addirittura pari a zero) non erano tali da poter giustificare cotanta ricchezza.

Ora, a distanza di oltre un anno, il sostituto procuratore Lorenzo Gestri ha chiesto la confisca dei beni che potrebbero finire allo Stato qualora i giudici dovessero accogliere la richiesta avanzata durante il processo attualmente in corso. Secondo quanto si è appreso gli avvocati delle due famiglie rom hanno prontamente replicato alla richiesta di Gestri chiedendo invece la restituzione di tutti i beni. Secondo i legali delle famiglie Ahmetovic e Halilovic non ci sarebbero i requisiti previsti dalla legge per legittimare il sequestro. In seguito all’indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, i beni erano stati inizialmente congelati sulla base della norma antimafia che prevede appunto sequestri patrimoniali preventivi anche nei confronti di persone che sono ritenute socialmente pericolosi, che abbiano accumulato soldi e beni assolutamente non proporzionate al reddito dichiarato al fisco.

Gli avvocatidifensori delle famiglie si sono visti respingere l’audizione di alcuni testimoni mentre il Tribunale ha acquisito i carichi pendenti dei soggetti colpiti dal sequestro. Nella prossima udienza, fissata per il 24 novembre, si dovrebbe concludere la discussione. In conclusione i legali della difesa hanno chiesto al tribunale di sollevare la questione di legittimità costituzionale delle norme del pacchetto antimafia che che sarebbero spropositatamente afflittive.