Rogo del Macrolotto, condanna senza effetti. Le titolari cinesi resteranno impunite

Omicidio colposo: ancora latitanti dopo la richiesta di estradizione. Le due donne sono state condannate in via definitiva per la morte dei sette operai nella fabbrica 'Teresa Moda'. Ma sono in Cina

Lin Youlin, titolare di fatto della Teresa Moda (foto Sproviero/Attalmi)

Lin Youlin, titolare di fatto della Teresa Moda (foto Sproviero/Attalmi)

Prato, 2 luglio 2018 -  Cinque mesi di silenzio assoluto. Non si sa più nulla delle sorelle Lin da quando la Cassazione, il 6 febbraio, le ha condannate in via definitiva per la morte dei sette operai nella fabbrica in cui lavoravano e vivevano, la tristemente nota «Teresa Moda» di via Toscana 63. Le sorelle Lin sono volate in Cina prima della sentenza della Cassazione e da allora se ne sono perse le tracce. Lin Youlan, 46 anni, era la gestrice di fatto della confezione in cui sono morti gli operai il primo dicembre del 2013.

E’ stata condannata a otto anni e mezzo per omicidio colposo plurimo aggravato, omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a fini di ingiusto profitto e incendio colposo aggravato. Stessa accuse che hanno portato alla condanna a sei anni e dieci mesi di Lin Youlin, 43 anni, che aveva un ruolo attivo nella gestione della ditta accanto alla sorella. Le due donne hanno scontato una decina di mesi ai domiciliari subito dopo la tragedia. Adesso per loro si dovrebbero aprire le porte del carcere ma dal 6 febbraio sono in Cina e non sembra che abbiano intenzione di tornare nonostante sulla loro testa pesi un mandato di arresto internazionale.

Un paio di mesi fa, la corte di Appello di Firenze ha diramato una richiesta di estradizione per le sorelle. Richiesta che, al momento, non ha sortito nessun effetto. Le sorelle Lin hanno avuto contatti con il loro legale in Italia, l’avvocato Gabriele Zanobini, al quale avrebbero mostrato l’intenzione di tornare in Italia pur sapendo che dovranno scontare in carcere più di tre anni. L’avvocato ha spiegato alle donne che a partire dal 2015 esiste la possibilità di estradizione fra l’Italia e la Cina e ha consigliato loro di rivolgersi anche a un legale cinese. Ma se da un lato è vero che esiste la possibilità di estradizione fra i due paesi, dall’altro sembra che in Cina il reato di omicidio colposo si estingua nel momento in cui i familiari delle vittime vengono risarciti. Cosa che effettivamente è avvenuta subito dopo il rogo al Macrolotto.

Insomma, se le sorelle Lin non decideranno di tornare autonomamente in Italia, non faranno un giorno di carcere. E il loro rientro ‘forzato’ sembra difficile da realizzare. Al momento è difficile pensare che abbiano davvero intenzione di rientrare spontaneamente: in quasi cinque mesi dalla condanna definitiva sono sparite nel nulla. D’altronde le due sorelle hanno fatta rientro in patria, prima dell’udienza di Cassazione, in modo del tutto regolare. Lin Youlin aveva riottenuto il passaporto subito dopo la sentenza di primo grado, mentre Lin Youlan lo aveva riavuto dopo aver fatto ricorso al tribunale del Riesame, sempre dopo il processo di primo grado, nonostante il parere negativo della procura di Prato. L’iter giudiziario è stato veloce: un anno di indagini a ritmo serrato del sostituto procuratore Lorenzo Gestri, tre anni e due mesi per celebrare tre processi. Due pesanti condanne, nessuno che le sconterà.

LE IMMAGINI DEL ROGO

IL SOPRALLUOGO DELLA POLIZIA-FOTO

LE VITTIME