Ristori soltanto al 10% delle nostre imprese

Il tessuto economico locale risulta penalizzato dai limiti imposti dal decreto sostegni. Fa riflettere il confronto con la vicina Pistoia

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Dubbi e preoccupazioni sull’importo e l’effettiva erogazione dei ristori per le imprese e i professionisti pratesi ora sono supportati dai numeri. Alla data del 5 aprile l’Agenzia delle Entrate ha autorizzato il pagamento dei sostegni soltanto a 2.815 imprese del nostro territorio. Se teniamo conto che in provincia di Prato ci sono 28.886 imprese attive, questo significa che finora solo il 10% è rientrato nei parametri imposti dal decreto Sostegni. E’ vero che siamo soltanto all’inizio, che c’è tempo per chiedere i ristori fino al 28 maggio e che molte imprese e professionisti ancora non hanno ultimato la pratica. Ma è altrettanto vero che questo numero parziale dà la misura di quanto il tessuto economico pratese sia stato penalizzato dai limiti imposti dal governo. Tante imprese del territorio sono rimaste tagliate fuori dai contributi a fondo perduto a causa della soglia di 10 milioni di euro di fatturato e soprattutto dall’obbligo di avere perso almeno il 30% di fatturato fra i bilanci 2019 e 2020. Una beffa di cui si percepisce meglio la misura se si va a guardare il paragone con i territori limitrofi. La Toscana è la quinta regione per domande accolte (42.141) e per bonus erogati (154 milioni). Le richieste accettate in provincia di Prato sono solo il 7% dell’ambito regionale, dietro la Città metropolitana di Firenze (13.503 domande accolte), ma anche ad Arezzo (3.502), Livorno (3.008), Lucca (4.092), Pisa (4.986), Siena (3.094) e Pistoia (3.346). Proprio il raffronto con Pistoia è emblematico, perché le imprese attive alla Camera di Commercio sono 27.849 (mille in meno di Prato), ma al contempo ci sono 500 aziende in più che hanno ottenuto i ristori rispetto alla nostra provincia. Eppure la pandemia si è fatta sentire pesantemente sull’economia pratese. Lo si capisce leggendo i dati dell’Agenzia delle Entrate. Per Prato sono stati erogati 12,7 milioni di euro di aiuti, due milioni in più di Pistoia nonostante l’accoglimento di 500 domande in meno, ma anche un milione in più di Siena, quattro più di Livorno e 700mila euro più di Siena. Insomma, le nostre aziende che sono rientrate nel decreto Sostegni hanno effettivamente perso tanto fatturato e quindi hanno avuto diritto a ristori più corposi. La sensazione, guardando anche i dati in possesso dei commercialisti, è che solo il 20% di aziende e professionisti pratesi rientrerà nel decreto. "L’asticella del 30% è troppo penalizzante, una disgrazia per le imprese – spiega il direttore di Cna Toscana Centro, Cinzia Grassi –. Non a caso in vista di un ‘Sostegni bis’ abbiamo chiesto l’introduzione di un meccanismo di progressività nei ristori legato al calo del fatturato. Ed è necessario pensare pure al 2021. Tante imprese sono chiuse a causa della zona rossa, quindi bisogna cominciare a impostare ristori pure per i cali di fatturato dell’anno in corso".

Stefano De Biase