Riorganizzazione al pronto soccorso "Via barelle e pazienti dai corridoi"

La pressione sul dipartimento di emergenza urgenza ha convinto la direttrice Melani a spostare 40 letti affidati agli internisti al primo piano. Aperta bolla aggiuntiva Covid nel settore 2, gestita dal dottor Farsi

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Il pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano da ieri non si presenta più con barelle e pazienti stipati nei corridoi. Le criticità delle ultime settimane hanno imposto una riorganizzazione nell’uso degli spazi a disposizione, considerato che il numero dei medici rimane sempre uguale e l’inaspettata elevata affluenza di nuovi casi Covid per via della variante Omicron 5 - adesso in leggera flessione - ha ingolfato ulteriormente il servizio. E saturato gli spazi, mettendo in difficoltà anche il nuovo modello attivato da giugno su indicazione della Regione Toscana a supporto dei medici del pronto soccorso ormai ridotti ai minimi termini, con l’apertura dello spazio Ama (Area medica di ammissione), dove collocare i pazienti già visitati dai medici dell’emergenza urgenza e presi in carico dai professionisti della medicina interna. Così da ieri si è cambiato ed i 40 posti letto riservati ad Ama nell’open space del pronto soccorso sono stati trasferiti in un colpo solo al primo piano, nel settore dell’osservazione breve intensiva (Obi).

"Abbiamo deciso di mettere mano ad una riorganizzazione più funzionale con le esigenze che si sono presentate nelle ultime settimane - spiega Sara Melani (foto), direttrice dell’ospedale Santo Stefano - Con questa manovra abbiamo liberato l’open space dai pazienti già in destino e presi in carico dai medici internisti, entrati in campo a seguito delle indicazioni della Regione. In questo modo quell’area resta a disposizione e ad uso del pronto soccorso". Dunque, solo un cambio di piano, ma che nelle intenzioni della direzione ospedaliera in accordo con i medici dell’emergenza urgenza può risultare risolutivo circa la mancanza di spazi per accogliere e gestire al meglio i pazienti in entrata. Un’altra rimodulazione dei letti riguarda i posti relativi ai casi Covid. "Abbiamo ridotto la bolla dedicata ai pazienti Covid in pronto soccorso – spiega la direttrice Melani – qui al massimo vengono accolti fino a 6 utenti colpiti dal virus. Poi abbiamo aperto una bolla aggiuntiva, sempre a disposizione del pronto soccorso, nel settore 2 dove sono attivi i 42-44 posti a disposizione dei pazienti con Covid. Ne abbiamo attivati altri 12. Ciò significa che gli utenti con il virus in arrivo al dipartimento di emergenza urgenza vengono indirizzato subito nel settore 2 al primo piano, dal settimo paziente in poi". La bolla nel settore 2 è stata affidata alla gestione del dottor Alessandro Farsi, che per mesi ha coordinato l’attività del Pegaso 1 con le degenze Covid. "Ha acquisito una grande esperienza e potrà collaborare con i medici internisti che seguono i posti letto Ama", specifica Melani. Spostamenti che hanno permesso di ricavare ulteriore spazio ad uso esclusivo di attività di pronto soccorso, che era stato dimezzato con l’impennata dei contagi: "Al piano terra abbiamo attivato 14 postazioni di Obi Dea riservati all’attività di emergenza urgenza", aggiunge Melani. La direttrice si dice fiduciosa che la situazione possa normalizzarsi al più presto: "Anche da noi iniziamo a notare una lieve inflessione di casi positivi, come sta succedendo altrove in Toscana - conclude - Abbiamo due ricoverati in terapia intensiva, di cui uno è di area chirurgica. Ci sono ancora molti Covid scoperto per caso ma in arrivo in ospedale per patologie differenti. I malati di solo Covid sono in genere anziani con problemi respiratori, ma meno gravi e meno complessi dal punto di vista della patologia".

Sara Bessi