Scoraggiati, fragili, demotivati, a rischio dispersione. In Toscana, secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 2020, i giovani Neet (acronimo entrato nel gergo comune per indicare i giovani non inseriti in un percorso d’istruzione, formazione o occupazione) tra i 15 e i 34 anni sono in crescita rispetto al 2019. Il rapporto realizzato a livello nazionale da Action Aid e Cgil dice che in Toscana, se si guarda all’incidenza rispetto al totale dei giovani, i Neet tra i 15 e i 34 anni sono il 18,7 per cento, quasi uno su cinque. A Prato sono 5000 i ragazzi e le ragazze che non studiano e non lavorano. Giovani rimasti in poltrona che hanno deciso di scendere dal treno della scuola e che hanno perso quello del lavoro. Un problema serio sul quale è necessario lavorare ancora di più, se è vero che bisogna ancora attendere l’effetto boomerang del Covid. Una mano arriva dal Pnrr che ha destinato alle scuole superiori di Prato importanti cifre per migliorare gli ambienti scolastici dal punto di vista informatico e combattere appunto la dispersione scolastica. I fondi ci sono: si tratta di circa 200.000 euro a istituto da utilizzare a partire già dal mese di febbraio. Ogni dirigente è libero di attivare i progetti che ritiene più opportuni per aiutare i propri alunni. Le maggiori difficoltà si registrano nei primi due anni di superiori, superato lo scoglio del biennio, i numeri dei ragazzi che decidono di lasciare gli studi diventano più contenuti. Entro il prossimo mese le scuole dovranno presentare sulla piattaforma del ministero le attività previste. Non è facile convincere un ragazzo a non abbandonare la scuola, riaccendere la voglia di studiare è complicato, ma con percorsi tarati sulle necessità dei ragazzi è possibile. In particolare le scuole con oltre 200.000 euro di fondi arrivati nelle proprie casse potranno organizzare percorsi di mentoring e orientamento, lezioni sia la mattina che il pomeriggio per il potenziamento delle competenze di base che spesso rappresentano lo scoglio principale, percorsi che prevedono anche il coinvolgimento delle famiglie oltre a percorsi formativi laboratoriali e curricolari. E’ facoltà dei singoli istituti nominare all’interno della scuola un team per la prevenzione della dispersione scolastica che interviene sulle situazioni più a rischio e con i ragazzi che mostrano maggiori fragilità. Il personale che si occuperà di questi percorsi può essere sia interno che esterno. I fondi invece dovranno essere spesi nell’arco di questo e del prossimo anno scolastico. Silvia Bini

Cronaca

Scoraggiati, fragili, demotivati, a rischio dispersione. In Toscana, secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 2020, i giovani Neet (acronimo entrato nel gergo comune per indicare i giovani non inseriti in un percorso d’istruzione, formazione o occupazione) tra i 15 e i 34 anni sono in crescita rispetto al 2019. Il rapporto realizzato a livello nazionale da Action Aid e Cgil dice che in Toscana, se si guarda all’incidenza rispetto al totale dei giovani, i Neet tra i 15 e i 34 anni sono il 18,7 per cento, quasi uno su cinque. A Prato sono 5000 i ragazzi e le ragazze che non studiano e non lavorano. Giovani rimasti in poltrona che hanno deciso di scendere dal treno della scuola e che hanno perso quello del lavoro. Un problema serio sul quale è necessario lavorare ancora di più, se è vero che bisogna ancora attendere l’effetto boomerang del Covid.
Una mano arriva dal Pnrr che ha destinato alle scuole superiori di Prato importanti cifre per migliorare gli ambienti scolastici dal punto di vista informatico e combattere appunto la dispersione scolastica. I fondi ci sono: si tratta di circa 200.000 euro a istituto da utilizzare a partire già dal mese di febbraio. Ogni dirigente è libero di attivare i progetti che ritiene più opportuni per aiutare i propri alunni. Le maggiori difficoltà si registrano nei primi due anni di superiori, superato lo scoglio del biennio, i numeri dei ragazzi che decidono di lasciare gli studi diventano più contenuti.
Entro il prossimo mese le scuole dovranno presentare sulla piattaforma del ministero le attività previste. Non è facile convincere un ragazzo a non abbandonare la scuola, riaccendere la voglia di studiare è complicato, ma con percorsi tarati sulle necessità dei ragazzi è possibile. In particolare le scuole con oltre 200.000 euro di fondi arrivati nelle proprie casse potranno organizzare percorsi di mentoring e orientamento, lezioni sia la mattina che il pomeriggio per il potenziamento delle competenze di base che spesso rappresentano lo scoglio principale, percorsi che prevedono anche il coinvolgimento delle famiglie oltre a percorsi formativi laboratoriali e curricolari. E’ facoltà dei singoli istituti nominare all’interno della scuola un team per la prevenzione della dispersione scolastica che interviene sulle situazioni più a rischio e con i ragazzi che mostrano maggiori fragilità. Il personale che si occuperà di questi percorsi può essere sia interno che esterno. I fondi invece dovranno essere spesi nell’arco di questo e del prossimo anno scolastico.
Silvia Bini

Ragazzi a casa, salvagente dal Pnrr  Soldi  contro l’abbandono scolastico  A Prato cinquemila  giovani non studiano né lavorano: i primi due anni di superiori sono i più critici  A disposizione oltre 200mila euro di fondi a istituto per battere la dispersione. Progetti da febbraio  

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Ragazzi a casa, salvagente dal Pnrr Soldi contro l’abbandono scolastico A Prato cinquemila giovani non studiano né lavorano: i primi due anni di superiori sono i più critici A disposizione oltre 200mila euro di fondi a istituto per battere la dispersione. Progetti da febbraio

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