Pronto soccorso, presto i rinforzi. Ma per accessi Prato è in trincea

In arrivo i vincitori del concorso bandito dalla Regione: una toppa alla grave carenza di personale. Bugetti (Pd): "Lavoriamo per potenziare i servizi sul territorio. Liste d’attesa, primi benefici con i fondi Pnrr"

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"I problemi del pronto soccorso esistono e nessuno intende negarli. E’ però vero che non riguardano solo la nostra città, ma gran parte del Paese. Ed è anche vero che in questi mesi la Regione ha avviato progetti e azioni per migliorare le cose. La situazione è complessa e i tempi per le soluzioni non possono essere brevi". La consigliera del Pd Ilaria Bugetti fa il punto della situazione, dopo le proteste degli ultimi giorni. Le ferie di Natale, i giorni festivi e l’influenza hanno contribuito ad aggravare le difficoltà del nostro ospedale, da tempo ormai alle prese con la carenza di personale e da sempre troppo piccolo per le esigenze della città. "Una premessa è necessaria – dice Bugetti – ed è ricordare l’impegno profuso dal personale sanitario, per il quale il ringraziamento è doveroso. Purtroppo i medici mancano, qui come in tutta Italia. Ma una buona notizia c’è: fra gennaio e febbraio dovrebbero entrare in servizio i 160 medici vincitori del concorso promosso nei mesi scorsi dalla Regione, proprio alla luce delle carenze negli organici". I tempi burocratici non sono veloci, si sa, ma di dottori il nostro pronto soccorso ha un enorme bisogno. A Prato potrebbero arrivare sulla carta dodici medici, ma poi non è detto che tutti qui vogliano restare, un po’ come succede per chi lavora in tribunale. "Tra le azioni messe in campo dalla Regione – aggiunge la consigliera Pd – c’è anche la stretta collaborazione con l’università per indirizzare gli specializzandi su medicina d’urgenza. I nuovi dottori non si fabbricano dall’oggi al domani, abbiamo i neolaureati ed è necessario metterli in campo. Poi c’è un problema generale di risorse: l’inflazione colpisce anche le spese sanitarie e sarebbero importanti maggiori risorse dallo Stato".

Bugetti ribadisce come la situazione di sofferenza del pronto soccorso dipenda anche dai deficit della medicina territoriale. "Stiamo recuperando terreno – aggiunge –, ma le complicazioni burocratiche e la pandemia non hanno aiutato. E’ indispensabile attivare strutture che possano fare da filtro per gli accessi nei casi meno gravi, a cominciare dalle case di comunità come quella di via Ferrucci, ed è fondamentale il ruolo dei medici di famiglia". Anche su questo fronte una novità. A dicembre la Regione ha approvato una delibera che recepisce la direttiva europea sulla continuità assistenziale: entro 120 giorni dovrà essere definito un progetto che coinvolga i medici convenzionati nell’assistenza rispetto alle emergenze meno gravi. Ci vorrà tempo, si sa, e la coperta resta corta: i medici sono pochi. Infine, il nodo delle liste d’attesa, sulle quali ancora pesano i contraccolpi del covid: "I problemi del pronto soccorso dipendono anche da questo – dice Bugetti –. Sulla diagnostica grazie ai fondi del Pnrr in questi mesi in Toscana sono stati fatti progressi, sulle visite specialistiche c’è ancora da lavorare".

La situazione di Prato è però fra le più delicate. "Nell’Asl Toscana Centro il nostro ospedale è secondo per accessi dopo Careggi, ma è quello che ha il rapporto più basso tra personale e numero di accessi – spiega la consigliera –. Con la nuova palazzina ci saranno più spazi e posti letto: lo so ce ci è voluto tempo e altro ne sarà necessario, magari fosse possibile realizzare più velocemente le cose nella pubblica amministrazione... Certo, l’ospedale è piccolo: lo sappiamo bene. A chi spesso ricorda il presidente Rossi, quando diceva che i pratesi erano trogloditi perché sostenevano era piccolo, voglio però dire che dopo i trogloditi c’è un’altra storia da raccontare. Senza negare i problemi, ma anche senza immaginare che esistano le bacchette magiche per risolverli".

an. be.