Prato, odissea al pronto soccorso: "Mio fratello da 4 giorni in barella"

Un’altra odissea al pronto soccorso: ritardi, attese e rabbia dopo che i medici hanno fatto la diagnosi: "Non c’è un posto libero nel reparto Ama e i dottori lo seguono nel corridoio. E’ una vera ingiustizia"

Soliti problemi di smistamento dei pazienti: non ci sono posti sufficienti nei reparti

Soliti problemi di smistamento dei pazienti: non ci sono posti sufficienti nei reparti

Prato, 11 gennaio 2023 - Niente da fare: anche con il nuovo anno continuano a fioccare le segnalazioni di chi non riesce a trovare un posto letto nei reparti dell’ospedale, dopo essere stato sottoposto ad esami dai medici della medicina d’urgenza, dopo aver ricevuto la diagnosi dagli stessi e affidato quindi ai colleghi dell’Area medica di accettazione (Ama).

Il problema è sempre lo stesso: i professionisti si fanno in quattro per gestire i pazienti, sia quelli dell’emergenza urgenza che quelli internisti, ma poi l’imbuto per accedere alle stanze al primo piano, in cui si trovano i posti letto di Ama, è talmente stretto che il malato non può che accontentarsi di rimanere in barella. Anche per quattro giorni di seguito, con coliche in corso e con un calcolo di tre centimetri e mezzo in colecisti. E’ la storia che racconta a La Nazione il fratello di un 36enne, che ha iniziato la sua odissea il 6 di gennaio scorso. "Mio fratello si è presentato in pronto soccorso la sera, gli è stato detto di rimanere in sala di attesa e che poi qualcuno lo avrebbe chiamato – inizia a raccontare il fratello – Alla fine dopo circa sei ore di attesa, senza alcun esito, ha deciso di tornare a casa. Ma il malessere a livello gastrico ha continuato a persistere, tanto che la mattina successiva, il 7 gennaio, l’ho accompagnato all’ospedale fra le 10.30 e le 11". E’ probabile che però nella confusione del ponte dell’Epifania, al primo accesso abbia parlato con qualcuno dell’accoglienza, anche perché "nessuno gli ha chiesto i documenti", aggiunge il fratello.

Dunque il 7 gennaio , il 36enne viene sottoposto al controllo iniziale da parte dell’infermiere - passa il triage - e quindi avviato ad una serie di esami medici e controlli diagnostici grazie ai quali, alla fine, nei tempi della presa in carico stabiliti dalle direttive regionali, cioè 4 ore, gli è stato dato il referto ed indicato il percorso terapeutico da seguire. Ed è a questo punto che la tabella di marcia si inceppa: il paziente avrebbe diritto ad un posto letto, che non sia una barella in corsia, entro 8 ore. Il tutto sempre nel rispetto delle direttive regionali. Parametro, quest’ultimo, disatteso perché a ieri pomeriggio il 36enne era ancora sulla sua barella e in uno dei corridoi del pronto soccorso.

"Sembra che anche per oggi ci sia davvero poca speranza che possa essere trasferito in reparto – prosegue il fratello – Sui medici non c’è niente da dire: viene seguito, curato, ha la flebo attaccata e il nostro dottore di famiglia si è interessato di sentire le sue condizioni. Ma essere lasciato così, per esempio, senza un bagno dove potersi lavare, non è accettabile. Abbiamo sentito dire che ci sono almeno una cinquantina di persone ancora in attesa di un posto letto. Come possiamo tollerare tutto questo? Eppure si pagano le tasse".

Il 36enne, pur essendo passato nelle mani dei medici di Ama cioè degli internisti, trascorsa la fase di emergenza vera e propria con diagnosi effettuata, si trova ancora fisicamente in pronto soccorso. Reparto del presidio che avrebbe dovuto lasciare già da qualche giorno, passando dall’osservazione dell’emergenza urgenza ad Ama al primo piano: qui è arrivato soltanto nel tardo pomeriggio di ieri.

Purtroppo il maggior afflusso al pronto soccorso, vuoi anche per i crescenti casi di influenza australiana e vuoi per gli accessi impropri, mette a dura prova il sistema di presa in carico precoce dei pazienti per liberare gli spazi del pronto soccorso. A tutto ciò va aggiunto che in questi giorni una buona fetta di presenze, come succede da sempre, riguarda persone residenti non in provincia di Prato, ma in comuni limitrofi come Agliana, Montale e Campi Bisenzio.