Pronto soccorso più snello "Modello da esportare"

L’area medica di accettazione (Ama) ha ridotto le ore trascorse in barella. Il governatore Giani al Santo Stefano: "Il lavoro fatto qui è un esempio"

Migration

Mai più di 16 ore in barella in pronto soccorso in attesa di un posto letto, dimissioni rapide tutti giorni della settimana, anche nel week end, degenza nelle medicine di 7 giorni contro i 9 dei mesi passati. Sono questi i primi risultati di quello che è stato battezzato il ’modello Prato’, la riorganizzazione messa a punto al Santo Stefano su input della Regione Toscana per alleggerire la pressione sull’attività del pronto soccorso. Un esempio virtuoso che da giugno ad ottobre ha consentito di attenuare le estenuanti attese dei pazienti in pronto soccorso - spesso anche di due giorni - prima di essere trasferiti in un posto letto e di alleviare il carico di lavoro sui medici dell’emergenza urgenza, in numero sempre più ridotto (al pronto soccorso sono circa 29, ma uno se ne è andato e a breve lascerà il posto un secondo, ndr). Un’operazione possibile grazie ad Ama- Area medica di accettazione, metodo sperimentale attivato secondo le direttive regionali da parte dell’Asl Centro. Di che cosa si tratta? E’ un sistema che ha permesso di ottimizzare la presa in carico precoce dei pazienti in arrivo al pronto soccorso con problematiche di natura internistica o medico specialistica non chirurgica. Ieri la visita di Eugenio Giani, il presidente della Regione Toscana, che di fronte ai risultati ottenuti ha annunciato "che il modello Prato sarà esportato in altre realtà in cui sono evidenti situazioni di criticità". Il metodo è stato messo a punto grazie alla collaborazione tra il Dipartimento dell’emergenza urgenza con il direttore Simone Magazzini e quello delle specialistiche mediche con il direttore Giancarlo Landini. Il funzionamento di Ama, gestita dalla medicina interna (direttrice facente funzioni dottoressa Donatella Bruni) e posta al primo piano del Santo Stefano con 36 letti, è stato presentato dal direttore generale Paolo Morello Marchese e dalla direttrice dell’ospedale Sara Melani. "Abbiamo cercato in un momento molto delicato - ha detto Morello - di rinnovare la nostra missione, riposizionandoci e collaborando. E’ una esperienza positiva e i dati lo dimostrano: ogni giorno le dimissioni effettuate 7 giorni su 7 superano le 20 unità". I pazienti, già visitati e messi in destino al pronto soccorso, vengono trasferiti in questa Area passando dalla barella ad un letto e passando nelle mani di specialisti ed internisti che iniziano subito le terapie. La permanenza è di 48 ore al massimo ed il 20% dei pazienti è rimandato a casa con un iter diagnostico e di cura precisi. Da Ama poi i pazienti possono essere inviati nei reparti o curati sul posto con gli specialisti neurologi e geriatri (settore rappresentato dal dottor Pasquale Palumbo), mentre due o tre pazienti al giorno sono inviati in reparto a Villa Fiorita. Dal primo giugno al 31 ottobre sono stati 3.998 i pazienti che hanno fatto accesso in Ama. "Un grande lavoro di squadra - commenta la direttrice Melani - I risultati raggiunti nel periodo trascorso sono positivi, stiamo monitorando l’andamento dell’afflusso in pronto soccorso in considerazione dell’autunno-inverno, abbiamo già apportato ulteriori azioni riorganizzative che potranno essere, se necessario, ulteriormente implementate insieme ad una integrazione di personale medico, di cui abbiamo avuto l’avallo dalla Regione". E sul fronte del personale, pensando al futuro, Giani ha ribadito che "se ci sarà l’implementazione del fondo sanitario da parte del Governo per rimborso spese Covid e caro bollette, le priorità delle risorse saranno destinate al personale".

Sara Bessi