Pronto soccorso: a giugno sarà rivoluzione Scatta la collaborazione fra medici ospedalieri

Internisti a supporto dei colleghi della medicina di urgenza. Ecco come funzionerà la presa in carico dei pazienti che aspettano un letto

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E’ partito il conto alla rovescia per la riorganizzazione interna del pronto soccorso del Santo Stefano, così cme degli altri presidi di Pistoia e di Empoli. Dal primo giugno - lo avevamo già anticipato - i medici del reparto di Medicina interna scenderanno in pronto soccorso, nell’area medica di ammissione per una presa in carico precoce dei pazienti che attendono un letto in corsia. Una vera rivoluzione rispetto al passato. Ma quali vantaggi porterà questa novità organizzativa ai pazienti e agli stessi operatori sanitari dell’emergenza? E come funzionerà la presa in carico precoce? Si riuscirà a trovare una soluzione al disagio tanto lamentato dai pazienti che dopo essere stati sottoposti al triage, visitati dai medici del pronto soccorso e indirizzati al ricovero con una diagnosi precisa, talvolta devono attendere anche due giorni prima di essere trasferiti nel reparto di destinazione? Tante domande a cui solo a giugno sarà possibile dare risposte. Intanto però si può dire che la riforma, voluta su input della Regione Toscana è attesa una delibera che ne tracci le linee guida) porterà a ottimizzare le forze mediche ospedaliere e servirà ad alleggerire la pressione sul pronto soccorso, dove si registra una mancanza di figure mediche. Una situazione che va a sommarsi alla fuga dei professionisti dalla medicina di urgenza e alla carenza di posti letto per i ricoveri. La presenza dei medici internisti - il progetto è seguito dal direttore del Dipartimento delle specialistiche mediche dell’Asl Toscana Centro, Giancarlo Landini - farà sì che i colleghi del pronto soccorso possano dedicarsi ai casi urgenti. I pazienti già trattati e con una diagnosi già eseguita, anche se dovranno attendere un letto di degenza vero e proprio, saranno comunque seguiti dai medici di competenza. Ce ne saranno due di mattina, due di pomeriggio ed uno per le ore notturne: il tutto senza snaturare il ruolo dei professionisti dei differenti ambiti, cioè medicina di urgenza e medicina interna. La presenza degli internisti farà sì che i colleghi del pronto soccorso non dovranno più fare il classico "giro" fra i pazienti bloccati in open space perché senza un letto di degenza. E i medici dell’emergenza potranno dedicarsi unicamente alle situazioni di maggiore criticità.

Un supporto che si spera si possa tradurre presto anche in un potenziamento del numero dei posti letto, visto che fra gli spazi a disposizione ci sono anche le due nuove ali del Santo Stefano realizzate in tempi record e che finora sono state utilizzate per la somministrazione del vaccino anti Covid. Adesso potrebbero diventare uno sfogo quando il boarding è al collasso. Aspettando la costruzione della palazzina esterna con i suoi 112 posti letto: progetto che vedrà la luce solo fra qualche anno.

Sara Bessi