Il pronto soccorso è sempre più malato grave. Concorsi deserti: nessuno vuole lavorarci

La soluzione tampone della Regione: specializzandi in corsia. Ma è difficile trovarli. Il paradosso di un settore fondamentale, ma snobbato

Simone Magazzini, direttore del Dipartimento emergenza e area critica Asl Toscana Centro

Simone Magazzini, direttore del Dipartimento emergenza e area critica Asl Toscana Centro

Prato, 31 ottobre 2021 - Altroché crisi di vocazione: in Toscana i pronto soccorso sono al collasso, c’è una carenza di personale del 25% degli organici e Prato non fa eccezione. Il dipartimento è in crisi: al Santo Stefano l’organico fa fronte ad accessi da record con circa 230 pazienti in arrivo al giorno (con punte che sfiorano anche le 300 persone) e con il personale ridotto all’osso e sotto organico di 12 professionisti persi nel giro dell’ultimo anno e mezzo perché, stanchi dei turni massacranti, hanno chiesto di essere trasferiti in altri reparti. Difficile in queste condizioni rispondere alla domanda sempre crescente di cure. Basta pensare che Prato gestisce il 25% dei pazienti che gravitano negli 8 pronto soccorso dell’Asl Toscana Centro ed è il secondo per accessi dopo Careggi. 

La soluzione tampone proposta da Regione, Asl e Estar prevede l’invio in corsia degli specializzandi: da un minimo di due ad un massimo di quattro per ogni presidio. Ma si tratta di un palliativo che almeno a Prato non potrà dare le risposte necessarie. "Il progetto di inserire specializzandi in corsia aveva ragione di esistere alcuni anni fa quando non c’erano sufficienti borse di studio, ma adesso il problema è che non ci sono medici disposti a specializzarsi nel settore dell’emergenza urgenza", conferma Simone Magazzini, direttore del Dipartimento di emergenza e area critica della Asl Toscana centro.

"Prato è in sofferenza, come Borgo San Lorenzo e Empoli. Mancano in tutta l’area vasta almeno 50 medici di pronto soccorso e non c’è personale da assumere: è questo il paradosso". D’altro canto si assiste oggi a concorsi che sempre più spesso vanno deserti: nell’ultimo bilancio quasi una borsa di specializzazione su dieci è rimasta senza titolare a causa delle difficili e particolari condizioni in cui i medici operano. Turni lunghi e numerosi, specie notturni e festivi, eccessivi carichi di lavoro ulteriormente peggiorati dalla grave carenza di organico, difficoltà nella gestione delle ferie, aggressioni fisiche e verbali, elevato rischio di contenziosi legali disegnano condizioni di lavoro non attrattive per molti giovani che preferiscono dirottare l’impegno in altri ambiti. Neppure l’emergenza Covid ha convinto i giovani medici a scegliere per la loro vita professionale specialità come la medicina d’urgenza e la rianimazione, che in questo ultimo anno e mezzo sono state fondamentali per limitare i danni della pandemia e salvare vite. "Avere specializzandi in corsia va bene, ma non risolvono il problema perché si tratta di medici senza potere di firma, che devono essere affiancati da un tutor. Il pronto soccorso di Prato ha bisogno di medici pronti per lavorare a pieno", continua Magazzini. 

«E’ un problema serio, c’è un ragionamento in corso che riguarda la possibilità di dare agli specializzandi un potere di firma debole per i casi di minor gravità, ma anche questa è una soluzione ponte che non può essere definitiva". Che fare allora? "L’invito per non gravare troppo sul personale e sulla struttura e permettere di curare al meglio chi davvero ha necessità, è di rivolgersi al pronto soc corso solo in casi di urgenza, altrimenti si rischia davvero di restare molte ore in attesa", raccomanda Magazzini. "Con Asl e Regione stiamo lavorando per velocizzare i tempi di ricovero, il compito del pronto soccorso è quello di offrire una prima cura, non di gestire pazienti per un giorno e più. Se il passaggio tra pronto soccorso e reparto è più veloce il sistema si alleggerisce". Il problema? Mancano letti e personale in quasi tutti i settori dell’ospedale. L’ampliamento del Santo Stefano è la prima concreta risposta alle carenze croniche. Basterà?