Ladri in canonica, prete ostaggio. Poi la fuga con i soldi delle offerte

Don Gualtieri rapinato a Coiano: «Avevano accento dell’Est»

Sono intervenuti i carabinieri

Sono intervenuti i carabinieri

Prato, 6 agosto 2018 - E’  uscito sul terrazzo della canonica per prendere una boccata d’aria fresca e si è trovato di fronte due banditi, nascosti nel buio, che l’hanno minacciato intimandogli di consegnare soldi e oro. Vittima del violento episodio è don Gianni Gualtieri, parroco della chiesa dei Santi Martiri di via Medaglie d’Oro, in zona Coiano, direttore dell’ufficio regionale per l’evangelizzazione e la catechesi, ma anche assistente Fuci oltre che insegnante.

La coppia di malviventi è entrata in azione intorno alle 23.30 di sabato con il volto solo in parte travisato da passamontagna e molto probabilmente senza armi. «Hanno approfittato del fatto che la parrocchia si trova in una posizione comoda, in mezzo alle case», racconta don Gualtieri, classe 1971, ordinato sacerdote nel 2002. «Fra l’altro questa parte della canonica affaccia sui giardini di via del Cilianuzzo che non sono molto illuminati. Hanno scavalcato il cancellino e sono penetrati all’interno. Quando mi sono accorto delle loro intenzioni era troppo tardi: ho provato a rientrare di corsa in casa, ma non avevo le chiavi e loro mi hanno seguito fin dentro l’abitazione».

Così sono iniziati dieci minuti di terrore, nei quali don Gualtieri ha mostrato sangue freddo e determinazione nel cercare di tenere in equilibrio la situazione. «Non ho visto armi, ma uno di loro continuava a dire all’altro di tirare fuori la pistola. Forse era un modo per impaurirmi. Avevano un accento dell’Est, forse albanese». Il parroco racconta di non aver voluto fare l’eroe e sollecitato ad aprire la cassaforte e a consegnare i soldi, ha giocato d’anticipo assicurando i due ladri sul fatto che avrebbe consegnato tutto quello che aveva. In tutto un migliaio di euro in contanti, in pratica le offerte raccolte durante le ultimr messe. «Pensavano che avessi oro, catenine e monili, ma ho risposto loro che sono un prete e che non possiedo certi preziosi. Ho comunque cercato di mantenere la calma anche perché da solo contro due avrei potuto fare ben poco...».

Però, come si sa, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. E infatti i malviventi non avevano fatto i conti con la presenza del viceparroco nell’appartamento adiacente. Quest’ultimo ha sentito alcuni strani rumori e intuendo che la casa del parroco potesse essere «visitata» dai ladri, ha dato l’allarme chiamando i carabinieri. In pochi minuti una pattuglia dei militari è arrivata sul posto. Quando i banditi hanno capito di essere quasi in trappola, sono usciti dalla porta finestra dalla quale erano entrati e si sono dati alla fuga attraverso i giardini e i campi circostanti. I militari hanno diramato le ricerche in tutta l’area e lungo le eventuali via di fuga. Dal sopralluogo eseguito nelle stanze della rapina sono emerse alcune tracce, sulle quali i carabinieri stanno indagando per risalire ai possibili autori del colpo. Non è escluso che questo ultimi conoscessero le abitudini del sacerdote o che fossero già stati in parrocchia.