Prato, figlio da ragazzino: "In cura da psichiatra". Coniugi "temporaneamente separati"

Udienza a Firenze, presente anche la donna. I legali: "Ha iniziato un percorso da un esperto che la deve affiancare, uno psichiatra, inoltre ha necessità di accudire il figlio più piccolo"

Gli avvocati Nistri e Alfano in tribunale a Firenze (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Gli avvocati Nistri e Alfano in tribunale a Firenze (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Prato, 8 aprile 2019 - C'era anche lei, la donna di Prato indagata per violenza sessuale su un minorenne nella vicenda in cui lei stessa ha avuto un figlio dal ragazzo, oggi 15enneche andava a casa sua per ripetizioni d'inglese.

L'indagata, assistita dai suoi difensori, ha fatto una dichiarazione spontanea ai giudici in cui, senza entrare nel merito delle accuse, ha ribadito la sua buona fede. La donna in questa fase si trova agli arresti domiciliari e i suoi difensori hanno fatto appello per revocare la misura.

Gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri hanno discusso l'appello davanti ai giudici, poi c'è stata una breve dichiarazione dell'indagata, quindi sono intervenuti i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli.

I difensori della 31enne, operatrice sociosanitaria, hanno chiesto al tribunale del riesame di Firenze di revocare la misura alla propria assistita anche perché sta intraprendendo un percorso di cura presso uno psichiatra e perché ha necessità di accudire il figlio nato dalla relazione con il 15enne.Dopo oltre due ore di udienza i giudici si sono riservati la decisione.

"La nostra assistita ha iniziato un percorso da un esperto che la deve affiancare, uno psichiatra - hanno spiegato i due legali -, inoltre ha necessità di seguire il figlio più piccolo che ha pochi mesi, in modo completo, non solo in casa ma anche all'esterno". Gli avvocati hanno anche riferito di aver consegnato ai giudici una lista già pronta di appuntamenti da uno specialista. La donna è stata presente all'udienza e ha raggiunto l'aula attraverso ingressi secondari, dai quali al termine è stata fatta che uscire.

"La signora non ha più avuto e non ha più cercato contatti con il ragazzo da quando ha avuto contezza del procedimento in corso", hanno spiegato ancora i legali, smentendo poi che la loro assistita abbia consultato siti pedopornografici: "Ci risultano tre visite a siti pornografici - dicono - dove è chiaramente specificato che le persone presenti nei filmati sono maggiori di 18 anni".

LA SEPARAZIONE - "Moglie e marito hanno deciso di vivere momentaneamente separati per permettere alla signora di iniziare un processo interiore di riflessione e di affrontare nel miglior modo quello che sarà il percorso terapeutico" da uno psichiatra "che il tribunale ci consentirà di poter seguire". Lo hanno spiegato gli avvocati Alfano e Nistri. "Su parere di esperti - hanno aggiunto gli avvocati - è stata consigliata una separazione momentanea che dia alla donna la possibilità di riflettere e di vivere con più tranquillità queste fasi". Riguardo al marito, hanno aggiunto gli stessi legali, "egli sostiene la moglie perché c'è amore, sentimento e quant'altro, ma nello stesso tempo disapprova quanto emerge dalla realtà processuale, anche per questo quindi è consigliabile una separazione momentanea".