Poveri circoli, maxi rincari anche per loro "Tutti in piazza: non resta che farsi sentire"

Nel giro di un mese 400 euro in più di elettricità per l’Arci di Capezzana e Casale, oltre 2000 per Maliseti. "Siamo a rischio chiusura"

Migration

"Quando ho letto l’importo della bolletta sono rimasto a bocca aperta. Mi aspettavo l’aumento, ma 400 euro di rincaro in un solo mese sono un salasso. Se i costi delle utenze diventano questi, l’unica strada è chiudere". C’è tanta amarezza nelle parole di Fernando Moscardi, vicepresidente del circolo Arci di Capezzana. Il caro bollette dopo avere toccato le imprese si sta adesso abbattendo sui negozi e sul movimento circolistico. "Qui siamo di fronte a un aumento di cinquemila euro l’anno", commenta il presidente del circolo Arci di Capezzana Riccardo Biagini. "E’ una cosa paurosa. Noi svolgiamo puro volontariato, guardiamo le partite, giochiamo a carte, come facciamo a rientrare in un anno di 5.000 euro solo con i caffé?". Moscardi, uno dei titolari del negozio di abbigliamento Officine Sportive, adesso teme anche per la sua azienda. "In negozio ho tre presse accese tutto il giorno per stampare. Sono terrorizzato dalla bolletta della luce che mi attende". Il caro bollette ha colpito quasi tutti i circoli del territorio, molti dei quali minacciano di chiudere. "Noi siamo passati da 797 a 1192 euro", spiega Gianni Esposito del circolo Arci Verdi di Casale. "Siamo delusi e amareggiati. Purtroppo siamo costretti a convocare un consiglio straordinario del circolo, perché così siamo a rischio chiusura". La stessa condizione si vive pure al circolo Quinto Martini di Maliseti. "Gli aumenti sono imbarazzanti", accusa il presidente Giovanni Mosca. "Siamo passati da 2800 a 5.000 euro di bolletta della luce. Questi sono costi impossibili da sopportare. Pensate che di utenze in totale sfioriamo i 7.000 euro al mese. Dov’è il riconoscimento del nostro ruolo sociale?". Mosca fa due conti anche in prospettiva 2022. "Si parla di 24.000 euro di aumento in un anno. Così rischiamo di non potere pagare i dipendenti. Qui si fa volontariato, mica business". Il problema è stato affrontato proprio ieri pomeriggio dal presidente dell’Arci provinciale Enrico Cavaciocchi che adesso cercherà di capire come muoversi per aiutare i circoli. Nel frattempo una proposta da Capezzana. "Dobbiamo organizzare una maxi manifestazione di protesta", dice Moscardi. "Dobbiamo mettere insieme i circoli, ma anche le famiglie e le categorie economiche. Questi rincari non possono passare nel silenzio. Questa è una vergogna di cui qualcuno dovrà assumersene la colpa".

Chi invece è riuscito a mettersi per il momento al riparo dai rincari è stato il circolo Arci di Viaccia. "Abbiamo il prezzo della fornitura bloccato per altri sei mesi", spiega Massimo Chiarugi. "Quindi per il momento questi aumenti non ci toccano. Purtroppo lo stesso non possiamo dire per la nostra cooperativa di consumo, che si è ritrovata con un aumento di 2.000 euro in bolletta. Stiamo cercando in tutti i modi di salvarla, ma non è affatto facile. Nessuno si aspettava un raddoppio così assurdo dei costi".

Stefano De Biase