Poliziotti accusati di ricettazione Il processo finisce in prescrizione

I due agenti, marito e moglie, alla sbarra per corruzione furono trovati in possesso di oltre 500 cartucce

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Arriva a una prima conclusione la lunga e intricata vicenda giudiziaria che vede coinvolti due poliziotti, marito e moglie, che prestavano servizio alla Questura di Prato. Si tratta di Roberto Brunetti e della moglie Maria Cristina Massaro, difesi dagli avvocati Manuele Ciappi e Mauro Cini, che dovevano rispondere di ricettazione e detenzione abusiva di diverse centinaia di cartucce in dotazione solo alle forze di polizia. Le cartucce furono trovate a casa loro durante la perquisizione per l’altro procedimento in corso nei loro confronti, quello per i permessi facili ai cittadini di origine cinese che andrà a sentenza la prossima settimana. Il secondo procedimento, invece, è arrivato nei giorni scorsi alla conclusione per la sopravvenuta prescrizione. Durante il processo infatti sarebbe emerso che quelle cartucce, circa 500 in dotazione esclusiva alle forze di polizia e riportanti sopra il simbolo della Nato, erano state regalate a Brunetti da uno zio che era stato agente di polizia penitenziaria. Le cartucce erano datate a prima del 2001 e alcuni testimoni hanno confermato che erano in possesso della coppia già nel 2006. Inoltre, lo zio di Brunetti è deceduto nel 2010 e quindi se veramente si trattava di un regalo, doveva essere antecedente al 2010. A Brunetti era contestata anche la ricettazione di ulteriori 46 cartucce sempre in dotazione solo alle forze dell’ordine e con il simbolo della Nato. Il giudice, nei giorni scorsi, ha dichiarato la prescrizione visto che i fatti risalgono a oltre dieci anni fa.

L.N.