La pizzeria rapinata dà una mano ai più poveri. "Avete fame? Qui non vi facciamo pagare"

L’altra sera aggressione con l’accetta da parte di un uomo che ha portato via l’incasso. "Quell’episodio ci ha fatto riflettere"

Sara, Mario, Donatella e Eerena Macaluso di American Pizza (Foto Attalmi)

Sara, Mario, Donatella e Eerena Macaluso di American Pizza (Foto Attalmi)

Prato, 24 novembre 2020 - Una giornata di lavoro dedicata a chi ha bisogno. E’ l’iniziativa all’insegna della solidarietà dei gestori di ‘American Pizza’ che hanno deciso di regalare tranci e pizze tonde a chiunque si presenti il 3 dicembre nel loro locale di via Bologna chiedendo un aiuto. L’idea nasce da un episodio che ha scosso l’intera famiglia Macaluso: Sara, la giovane proprietaria del locale, è stata rapinata sabato sera poco prima della chiusura della pizzeria. Un uomo italiano, sulla quarantina, incappucciato e con il volto in parte coperto da occhiali da sole, è entrato nel locale armato di una accetta ed è riuscito a rubare l’incasso. Sul posto è intervenuta la Guardia di Finanza, che adesso sta visionando i filmati ripresi dalle videocamere di sorveglianza per risalire all’identità del rapinatore. Sara e tutta la sua famiglia hanno però deciso di non puntare il dito contro nessuno, ma di trasformare la rapina in un’occasione per fare del bene. «Questa pizzeria è aperta dal 1997 e un episodio simile non era mai accaduto", racconta la giovane titolare dell’American Pizza. "Parlando con i miei genitori e con mia sorella Serena abbiamo iniziato a pensare che probabilmente questo gesto piò essere stato commesso da una persona in difficoltà economiche. Qualcuno rimasto senza lavoro in questa pandemia, qualcuno che forse ci ha rapinato per necessità. Così ci siamo detti: dobbiamo prendere il lato positivo di questa vicenda e contribuire ad aiutare chi ne ha bisogno". Macaluso ha pubblicato un video sui social, annunciando l’intenzione di organizzare una giornata con pizze gratis per tutte le persone che ne faranno richiesta. La data individuata è quella del 3 dicembre, nella speranza che quel giorno Prato non sia più in zona rossa e che da Roma arrivino minori restrizioni negli spostamenti. "Vogliamo pensare positivo – prosegue Macaluso – Vogliamo immaginare che questo gesto sia stato compiuto per fame e per disperazione. E allora ci organizziamo per aiutare chi ne ha bisogno, in modo da evitare che ci possano essere rapine simili in alte attività commerciali. Daremo una pizza a ogni famiglia che ce lo chiederà. Non faremo domande a chi entrerà, non vogliamo sapere il loro reddito o quanti sono in casa. Ci fidiamo della parola data". Il video girato e pubblicato sul profilo Facebook di American Pizza è diventato velocemente virale sui social, facendo oltre mille condivisioni. E fra clienti, fornitori e colleghi è scattata una gara di solidarietà per contribuire nella buona riuscita dell’iniziativa. "Ci hanno chiamato in tantissimi – raccontano – Qualcuno ha messo a disposizione le materie prime, altri un contributo economico e poi c’è chi ci ha segnalato amici o conoscenti in difficoltà. Noi ci appelliamo proprio a loro: vogliamo dire di non vergognarsi a chiedere un aiuto, noi questa iniziativa la facciamo con il cuore". L’iniziativa della famiglia Macaluso assume una valenza ancora più significativa se si pensa al momento storico molto complicato per chi gestisce un’attività commerciale. La stessa pizzeria di via Bologna in queste settimane ha limitato i propri giorni d’apertura viste le restrizioni negli spostamenti e il calo di clienti. "Questa settimana abbiamo deciso di restare chiusi anche martedì e mercoledì – conclude Sara Macaluso – Restare aperti in alcuni giorni diventa una rimessa, quindi ci concentriamo più sulla parte finale della settimana. Ma vogliamo continuare a pensare positivo e a credere che questo momento passerà in fretta. Noi per il vicinato ci siamo sempre stati, tutte le sere aiutiamo le famiglie che sappiamo avere bisogno di cibo. E ci saremo anche stavolta con una iniziativa che spero venga sfruttata da quante più persone possibile".