"Perdiamo una collega di talento La morte di Sabina è inaccettabile"

Diana Toccafondi ricorda Magrini, direttrice dell’Archivo di Stato di Firenze, scomparsa per un malore durante un’immersione. La procura di Livorno deve decidere sull’autopsia. Sequestrata l’attrezzatura

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La salma di Sabina Magrini, 52 anni, direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze, ieri sera era ancora all’ospedale di Grosseto, dove purtroppo è deceduta nel pomeriggio di lunedì. Magrini era stata colpita da un malore sabato scorso durante un’immersione davanti agli Scogli Piatti di Livorno. Il pubblico ministero della Procura di Livorno, che era di turno quando la donna si è sentita male, sta aspettando la documentazione medica. Solo allora deciderà il da farsi: se procedere o meno con l’autopsia. L’attrezzatura che Magrini indossava durante l’immersione è stata sequestrata.

La triste notizia della sua scomparsa si è diffusa rapidamente in città, dove abitava con la famiglia. A ricordarla è Diana Toccafondi, già direttrice dell’Archivio di Stato di Prato. "‘Sabina Magrini non c’è più …Sabina ci ha lasciato…’ Questi i messaggi che raggiungevano tanti di noi, lasciandoci sgomenti. ’Inaccettabile…impossibile…’, rispondevamo mentre ci morivano in bocca le parole. Sì, inaccettabile veder scomparire improvvisamente una collega così piena di vita e di interessi, così pronta ad assumersi responsabilità, così garbata nelle relazioni, così capace nel cercare e trovare soluzioni". Una studiosa dalle vaste competenze "sviluppate dopo la laurea in Paleografia latina all’Università La Sapienza di Roma e la specializzazione in conservazione dei beni archivistici e librari della civiltà monastica all’Università di Cassino, competenze consolidate sul campo come funzionario bibliotecario alla biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze". "E basta scorrere il suo curriculum anche per rendersi conto di quanto lavoro, di quante responsabilità e sfide diverse Sabina si sia fatta carico, soprattutto dopo essere diventata dirigente del Ministero dei Beni Culturali nel 2010", scrive Toccafondi. "Gli incarichi di direzione di istituti che hanno il compito di conservare e tutelare il nostro immenso patrimonio culturale non sono medaglie: sono duro lavoro, sono pura passione. Soprattutto in un tempo, come questo, in cui i dirigenti del Ministero – sempre meno numerosi e più carichi di impegni - devono convivere con una drammatica scarsità di personale", continua Toccafondi, che ripercorre la vita professionale di Magrini fino al suo arrivo in Toscana come direttrice dell’Archivio di Stato. "Dal 2020 al 2021, è stata in Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana. E’ qui che ho avuto modo di incontrarla, di condividere con lei i progetti realizzati nel passato e di immaginarne di nuovi – conclude –.Qui ho potuto apprezzare il suo orgoglio di combattere sul campo per rispondere alle sfide di un presente talvolta duro ma appassionante, è qui che ho potuto ammirare la sua ferma volontà di donna coraggiosa e vitale, è qui che un giorno mi raccontò, con un lampo di felicità negli occhi, della sua passione per le immersioni. Anche per questo, oggi, è ancora più inaccettabile la sua scomparsa, che la strappa a noi, ai suoi affetti, ai suoi figli".