
Pedinata e minacciata dall’ex. Dopo 5 anni il processo non c’è: "Un altro rinvio, sono scoraggiata"
Messaggi minatori, offese e perfino pedinamenti. Una persecuzione. "Aveva ingaggiato un investigatore privato per farmi seguire. E ancora oggi, a volte, dice che passa sotto casa mia, che non ero a casa quella determinata sera come se mi controllasse. Vorrei che questa storia si chiudesse ma il processo non è neppure cominciato, sono scoraggiata". Lo dice con un filo di voce. La donna, quarantenne pratese vittima delle persecuzioni dell’ex, ha perso la speranza con la giustizia. Il suo è uno dei tanti casi di stalking e violenza che arrivano sui tavoli della Procura. Non un caso di violenza fisica, per fortuna, ma morale e psicologica che ha volte può essere ancora più doloroso. Nonostante siano passati cinque anni dalla prima denuncia contro l’ex marito, quarantenne pratese pure lui, (i due hanno un figlio minore) la vicenda è appena approdata in un’aula di tribunale. La scorsa settimana si è aperto il processo ma è stato subito rinviato a fine febbraio 2024 per un cambio di giudice. "Una vergogna", la definisce la vittima che dopo cinque anni è stufa di attendere che la situazione venga definita, unico modo per trovare un po’ di sollievo. "Si tratta di una forma di vessazione di natura psicologia continua – hanno detto i legali della donna, Costanza Malerba e Maria Lodovica Gatti Dei – Si parla tanto di violenza sulle donne. Certi reati dovrebbero avere la precedenza ma non mi pare sia così".
La prima denuncia nei confronti dell’ex marito risale al dicembre 2018. Insieme alla querela la donna aveva consegnato gli screeshot dei messaggi, con minacce anche di morte, e le registrazioni delle offese che l’uomo le rivolgeva. All’epoca, la Procura chiese l’archiviazione del fascicolo ma il gip la respinse. Alla prima denuncia se ne aggiunsero altre. Ci sono voluti altri quattro anni prima di arrivare all’udienza preliminare durante la quale si doveva definire il patteggiamento. Il patteggiamento, però, fu respinto dal giudice perché l’imputato non aveva indicato il percorso di riabilitazione per uomini maltrattanti seguito e così il procedimento è andato alla fase dibattimentale. Finalmente la scorsa settimana si è tenuta la prima udienza che si è subito rivelata una delusione per la vittima: il giudice si è limitato a rinviare tutto a febbraio. "Chiedo un po’ di giustizia – dice la donna – ma mi sembra tutto una perdita di tempo".
Laura Natoli