Parco centrale, tempesta perfetta Neppure l’area è passata al Comune

Il protocollo con l’Asl è del 2014, il vincitore del concorso del 2016. Ma per ora il progetto resta sulla carta. In mezzo burocrazie, serpentino e caro materie prime. Barberis: "Appalto entro la fine della legislatura"

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Correva il 30 settembre 2016 quando una giuria internazionale annunciò il progetto vincitore del concorso per il nuovo parco centrale di Prato, il maxi polmone verde a ridosso del centr con una estensione di 30mila metri quadrati da costruire sulle ceneri del vecchio ospedale. Un annuncio arrivato dopo una campagna elettorale 2014 senza esclusioni di colpi, col centrodestra a difendere il vecchio ospedale e il centrosinistra deciso a rigenerare lo spazio alle porte di piazza del Collegio. Sei anni dopo del progetto proposto dall’architetto paesaggista Michel Desvigne non ci sono tracce. O meglio, l’idea progettuale è ancora presente su carta, ma nel frattempo ha dovuto fare i conti con la realtà, fatta di burocrazia, aumento dei costi delle materie prime e del rinvenimento post demolizione del Misericordia e Dolce di una maxi area da bonificare per la presenza del serpentino. La storia del nuovo parco centrale di Prato si è di fatto paralizzata: a ottobre 2021 si sono conclusi i lavori di demolizione del vecchio ospedale e nell’arco di oltre un anno non è stato ancora trovato il modo definitivo per bonificare l’area. L’Asl da tempo propone una soluzione, cioè coprirlo con un metro e mezzo di terra, ma dalla conferenza dei servizi ancora non è arrivato il via libera e neppure il passaggio di proprietà dell’area dall’Asl al Comune per 12 milioni di euro, il cui protocollo d’intesa risale all’ottobre 2014. E in più c’è l’aggravante del caro materie prime.

Una tempesta perfetta che ha portato il Comune a ridimensionare il padiglione un tempo pensato per "eventi" o spazi espositivi da 2.370 a 500 metri quadri. D’altronde i conti non tornavano visto che si sarebbe passati da 7,7 a 12 milioni di progetto. Quindi niente spazio polivalente con sala espositiva, auditorium, co-working, atelier e stanza della creatività, e via libera all’ospitalità del corso di laurea del Pin ‘Tessile e moda’ (più una parte destinata a caffetteria e ristorazione). O meglio: questa è la volontà del Comune. Nel frattempo però la presidente del polo universitario Daniela Toccafondi ha bollato questa soluzione come una "boutade", durante una seduta della commissione comunale controllo e garanzia presieduta da Leonardo Soldi. Questo lo stato dell’arte, di fronte al quale viene da domandarsi se il parco vedrà realmente la luce seguendo almeno parzialmente il progetto originario. "Assolutamente sì – commenta l’assessore Valerio Barberis -. Il parco resta invariato, semplicemente realizziamo un padiglione a misura della sua funzione, che tra l’altro all’inizio era prevista nel progetto". Ma in quali tempi, visti gli anni già passati? "Entro primavera 2023 contiamo di diventare proprietari dell’area – promette Barberis -. Poi armonizzeremo il progetto allo stato del terreno. A seguire la gara. L’augurio è di vedere appaltato il cantiere entro fine legislatura". Chissà

Sdb