Il caso ‘Panda gialla’ tiene banco dentro e fuori la scuola media ‘Salvemini-La Pira’. Il fenomeno di violenza che ha visto ultimamente coinvolti alcuni ragazzi dell’istituto di Montemurlo preoccupa, e non poco, gli alunni, ma soprattutto i genitori che ieri si sono ritrovati fuori dalla scuola di via Deledda a Montemurlo in attesa che i figli uscissero da scuola alle 13.45. Ad aspettare i ragazzi c’erano diversi gruppetti di genitori, soprattutto di madri. Il tema di discussione, ancora prima che venisse rivolta loro qualche domanda, era quello relativo alla presunta challenge della "Panda gialla". Nata come goliardata fra adolescenti, la sfida è degenerata secondo la circolare diffusa dalla preside Maddalena Albano, alla quale sono arrivate diverse segnalazioni dalle famiglie degli studenti su questo scellerato gioco diffuso fra i ragazzi della scuola media.  Non si tratta più di semplici buffetti ogni volta che viene urlata la parola d’ordine, "Panda Gialla", ma di veri e proprio pugni e calci inflitti un po’ a chiunque si trovi a passare da quelle parti. Tanto da arrivare - secondo uno dei racconti - a stendere e a lasciare sostanzialmente privo di sensi un ragazzino. Sentendo certe testimonianze, l’ansia dei genitori è assolutamente giustificata. "Forse era cominciato davvero come un gioco, ma siamo andati decisamente oltre. Bisogna intervenire prima che succeda qualcosa di brutto", sono le parole di una nonna fuori dalla ‘Salvemini-La Pira’, dove ieri all’uscita da scuola degli alunni erano presenti tre agenti della polizia municipale, inviati dal comando e dal sindaco Simone Calamai per monitorare la situazione dopo l’esplosione mediatica della faccenda. Erano presenti anche altri agenti in borghese dislocati fra la scuola e le fermate degli autobus per far intendere che la faccenda si era fatta seria.  "Speriamo che questa attenzione da parte delle forze dell’ordine non duri solo questa settimana, ma che si prolunghi nel tempo, anche quando si parlerà meno di certi episodi - spiega la mamma di uno delgi studenti della scuola - Ci vorrebbero soprattutto degli agenti in borghese presso le fermate dell’autobus e sopra i mezzi, così da individuare i responsabili". Già, perché gli attacchi avvengono, più che a scuola, al di fuori di essa. "Secondo me la challenge è solo una scusa: questo tipo di violenza c’è sempre stata, sono veri e propri pestaggi e possono accadere ovunque. Bisogna monitorare la situazione un po’ in tutta la città e ovviamente noi genitori dobbiamo tenere ancor di più gli occhi aperti", aggiunge un’altra madre.  Qualcuno dà la colpa alle nuove tecnologie. "I ragazzi di oggi, anche quelli più piccoli, passano troppe ore al cellulare. Già a questa età usano i social, da dove traggono spesso cattivi esempi. Non capiscono nemmeno la gravità di certi atti. In questo, il ruolo dei genitori diventa fondamentale", il pensiero di due padri. "Sono sempre venuta a prendere mia figlia e a maggior ragione continuerò a farlo visto quanto si è saputo. Non sono affatto tranquilla a lasciarla da sola, ma nemmeno con le sue amiche: le bambine sono ancora più fragili rispetto ai maschi", la testimonianza di una mamma particolarmente scossa dagli ultimi accadimenti. Bocche cucite invece fra gli adolescenti alla fermata dell’autobus. Perché sì, oltre alla paura per gli episodi di violenza, esiste - ed è molto forte - la paura di denunciarli.  Francesco Bocchini

Cronaca

Il caso ‘Panda gialla’ tiene banco dentro e fuori la scuola media ‘Salvemini-La Pira’. Il fenomeno di violenza che ha visto ultimamente coinvolti alcuni ragazzi dell’istituto di Montemurlo preoccupa, e non poco, gli alunni, ma soprattutto i genitori che ieri si sono ritrovati fuori dalla scuola di via Deledda a Montemurlo in attesa che i figli uscissero da scuola alle 13.45. Ad aspettare i ragazzi c’erano diversi gruppetti di genitori, soprattutto di madri. Il tema di discussione, ancora prima che venisse rivolta loro qualche domanda, era quello relativo alla presunta challenge della "Panda gialla". Nata come goliardata fra adolescenti, la sfida è degenerata secondo la circolare diffusa dalla preside Maddalena Albano, alla quale sono arrivate diverse segnalazioni dalle famiglie degli studenti su questo scellerato gioco diffuso fra i ragazzi della scuola media. 
Non si tratta più di semplici buffetti ogni volta che viene urlata la parola d’ordine, "Panda Gialla", ma di veri e proprio pugni e calci inflitti un po’ a chiunque si trovi a passare da quelle parti.
Tanto da arrivare - secondo uno dei racconti - a stendere e a lasciare sostanzialmente privo di sensi un ragazzino. Sentendo certe testimonianze, l’ansia dei genitori è assolutamente giustificata. "Forse era cominciato davvero come un gioco, ma siamo andati decisamente oltre. Bisogna intervenire prima che succeda qualcosa di brutto", sono le parole di una nonna fuori dalla ‘Salvemini-La Pira’, dove ieri all’uscita da scuola degli alunni erano presenti tre agenti della polizia municipale, inviati dal comando e dal sindaco Simone Calamai per monitorare la situazione dopo l’esplosione mediatica della faccenda. Erano presenti anche altri agenti in borghese dislocati fra la scuola e le fermate degli autobus per far intendere che la faccenda si era fatta seria. 
"Speriamo che questa attenzione da parte delle forze dell’ordine non duri solo questa settimana, ma che si prolunghi nel tempo, anche quando si parlerà meno di certi episodi - spiega la mamma di uno delgi studenti della scuola - Ci vorrebbero soprattutto degli agenti in borghese presso le fermate dell’autobus e sopra i mezzi, così da individuare i responsabili". Già, perché gli attacchi avvengono, più che a scuola, al di fuori di essa. "Secondo me la challenge è solo una scusa: questo tipo di violenza c’è sempre stata, sono veri e propri pestaggi e possono accadere ovunque. Bisogna monitorare la situazione un po’ in tutta la città e ovviamente noi genitori dobbiamo tenere ancor di più gli occhi aperti", aggiunge un’altra madre. 
Qualcuno dà la colpa alle nuove tecnologie. "I ragazzi di oggi, anche quelli più piccoli, passano troppe ore al cellulare. Già a questa età usano i social, da dove traggono spesso cattivi esempi. Non capiscono nemmeno la gravità di certi atti. In questo, il ruolo dei genitori diventa fondamentale", il pensiero di due padri. "Sono sempre venuta a prendere mia figlia e a maggior ragione continuerò a farlo visto quanto si è saputo. Non sono affatto tranquilla a lasciarla da sola, ma nemmeno con le sue amiche: le bambine sono ancora più fragili rispetto ai maschi", la testimonianza di una mamma particolarmente scossa dagli ultimi accadimenti. Bocche cucite invece fra gli adolescenti alla fermata dell’autobus. Perché sì, oltre alla paura per gli episodi di violenza, esiste - ed è molto forte - la paura di denunciarli. 
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