"Ora 22 letti per chirurgia. Così ridurremo le attese"

La direttrice sanitaria Mechi: "Robotica e tecnologia all’avanguardia"

Maria Teresa Mechi è la direttrice sanitaria dell’ospedale Santo Stefano dal 16 giugno scorso. E’ arrivata a Prato con un fornito bagaglio di conoscenze in materia sanitaria da poter spendere in un presidio che facile non è per affluenza e per servizi. Mettiamoci anche l’uscita dal periodo pandemico con la necessità di riportare a regime i servizi. Su questo fronte Mechi ha già una novità, in essere dal primo ottobre, per il recupero delle liste di chirurgia rimaste indietro. "Abbiamo attivato 22 posti letto dedicati alla chirurgia complessa: ciò permette di garantire più sedute operatorie". Così il Santo Stefano esce dai primi due lustri ridisegnando la sua vocazione: "Non è solo un ospedale in grado di dare risposte ai bisogni presenti, ridefinendo e riorganizzando i percorsi di emergenza urgenza, ma grazie all’elevata qualità dei professionisti, alla dotazione tecnologica all’avanguardia, come l’arrivo in questi giorni della Pet, diventa un ospedale capace di fornire risposte specialistiche a percorsi complessi e in grado di affiancare un’attività programmatica che si rivolge a casistiche differenti. Un’altra vocazione si è sviluppata dai primi mesi dell’anno con lo sbarco della chirurgia robotica ed è quella chirurgica: il Santo Stefano è baricentrico per questo tipo di prestazione e richiama pazienti anche da fuori Prato. Potenziando la vocazione chirurgica, andiamo verso la necessità di avere più posti letto perché gli interventi chirurgici richiedono degenze di maggiore durata". Insomma il Santo Stefano in questi dieci anni e con una pandemia nel mezzo sta ’mutando pelle’ virando da presidio per acuzie a presidio di eccellenze specialistiche. Senza, però, perdere di vista il territorio, dove per i prossimi anni i fondi del Pnnr dovrebbero portare alla realizzazione di quella rete di servizi ad oggi assenti e invece indispensabili affinché il Santo Stefano non sia ulteriormente sottodimensionato rispetto alle esigenze. Intanto, per sopperire a quella rete che sarebbe stata indispensabile fin da subito a sostegno del Santo Stefano, la direttrice indica le risposte territoriali fornite dal cosiddetto ospedale senza le mura con prese in carico dei pazienti tramite attività mirate delle professioni infermieristiche e la proiezione verso l’esterno degli specialisti.

"Quello di oggi è stato un momento necessario per ringraziare tutti gli operatori dell’ospedale, un traguardo significativo al quale non si sarebbe arrivati senza la dedizione e la passione di ognuno di loro", commenta Mechi che poi fornisce alcuni numeri a supporto della nuova identità dell’ospedale.

Così raddoppiano quasi gli interventi chirurgici nel 2022 (11.870) rispetto ai 6.500 del primo anno di attività del Santo Stefano a cavallo tra ottobre 2013 e ottobre 2014; e nei primi sei mesi del 2023 si tocca già quota 6.990 sempre per gli interventi chirurgici. Crescono anche di più 2mila i ricoveri ordinari (23.446 nel 2022 contro i 21.400 del primo anno di attività).

Sara Bessi