Femminicidio a Prato. Social e tatuaggi, i messaggi nascosti. 'Sappi che ti sto guardando'

I post di Federico dopo essere stato lasciato: "Per sempre con me"

Elisa Amato  e Federico Zini in uno  dei momenti felici della loro relazione, conclusa venerdì notte  con l’omicidio suicidio fra  via Brasimone  a Galciana e  San Miniato

Elisa Amato e Federico Zini in uno dei momenti felici della loro relazione, conclusa venerdì notte con l’omicidio suicidio fra via Brasimone a Galciana e San Miniato

Prato, 29 maggio 2018 - L’amore ai tempi dei social. Ci sono i momenti felici, le foto insieme, gli scatti delle vacanze. E poi le dediche, i compleanni e le canzoni. Messaggi privati condivisi a un pubblico più o meno ristretto di amici. Parole e immagini che diventano macigni sul cuore se lette e guardate con gli occhi di chi sa il finale della storia. I profili social di Elisa Amato, 29 anni di Prato, e Federico Zini 25 anni di San Miniato, erano come quelli di qualunque giovane della loro età. Parlavano di lavoro, divertimento e amore. Eppure a guardare adesso quelle pagine, dopo la tragedia che si è consumata la notte tra venerdì e sabato, dopo le lacrime, la rabbia e le domande appese al filo dei perché, i messaggi e le foto assumono un altro significato. Forse è tutta colpa della suggestione se alcune frasi e alcune situazioni sembrano in qualche modo presagire il finale della vicenda. Oppure quei post sono davvero elementi che offrono la possibilità di vedere la quotidianità della coppia. 

Il tatuaggio di Federico Zini

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Finché i due stavano insieme, Elisa condivideva i successi di Federico, gli articoli del calciatore che aveva fatto il giro del mondo per inseguire la sua passione e i suoi gesti di solidarietà. Incoraggiamento misto ad ammirazione. Poi finita la relazione, i profili social di lui si riempiono di hashtag come: #YouKnowIseeyou (lo sai che ti vedo), oppure «ti sto osservando». E ancora: #AlwaysWithMe, #ParaSiempreConMigo (per sempre con me). Su Instagram risale al 9 aprile la foto di un tatuaggio: un occhio compreso tra indice e pollice e la scritta «You know i see you» (che si può tradurre come ‘sappi che ti sto guardando’). Difficile decifrare quest’immagine, come criptiche sono le parole chiave che usava nei suoi post. 

Può trattarsi di una decorazione come un’altra, quello che è certo è che in genere si decide di fare un tatuaggio in un momento di svolta della propria vita. Si tratta di un segno che rafforza un sentimento già presente nella mente e nel cuore di chi decide di farselo. Un simbolo di qualcosa che diventa allo stesso tempo visibile a tutti e promemoria per se stessi. Simbolo di una vicinanza fisica che non c’è più e promemoria o avvertimento di uno sguardo che non si distoglie dall’altra persona? Impossibile dare risposte, anche se questi ultimi elementi confermano le dichiarazioni degli amici e dei parenti di lei, fanno pensare ai pedinamenti e all’ossessione per la non accettazione di un rapporto ormai finito. 

La vita social però non muore insieme alla vita terrena. Così dopo il tragico epilogo dei due ragazzi, mentre il profilo facebook di Elisa è diventato fin da subito «in memoria di» e ha accolto i messaggi di dolore di amici e parenti, quello di Federico è diventato uno sfogatoio pubblico. Chiunque volesse avere voce in capitolo sulla vicenda approfittava di ogni foto o post per commentare e sputare sentenze nelle ore immediatamente successive al ritrovamento dei due corpi nella macchina al campo sportivo di San Miniato. Un fiume in piena che si è interrotto soltanto con la chiusura di tutti i profili social di Federico.