Insulti antisemiti e odio razziale verso Liliana Segre, pratese indagato

Ex operaio tessile di 75 anni, vive in Sardegna ed ha ammesso di aver scritto sui social la frase per cui è accusato. Sequestrati pc, notebook e tablet

Liliana Segre si sottopone al vaccino anticovid (foto diffusa dalla Regione Lombardia)

Liliana Segre si sottopone al vaccino anticovid (foto diffusa dalla Regione Lombardia)

Milano, 4 marzo 2021 - Un pratese si trova nei guai per gli insulti e i commenti intrisi di sentimenti antisemiti e odio razziale apparsi sui social sotto l'immagine della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, mentre si sottoponeva alla vaccinazione anti Covid all'ospedale Fatebenefratelli lo scorso 18 febbraio. Era il primo giorno della campagna lombarda dedicata agli over 80.

Gli agenti della Digos e della polizia postale milanese hanno effettuato perquisizioni nei confronti di G.G.T., 75 anni, di Prato, operaio tessile ora in pensione che abita a Porto Scuso, comune della Sardegna meridionale in provincia di Carbonia Iglesias, e di G.P. un panettiere di 40 anni rimasto senza lavoro per l'epidemia e che vive nel Viterbese. Ai due, che rispondono di minacce aggravate dall'odio razziale e dalla discriminazione razziale, sono stati ispezionati e sequestrati computer, tablet e notebook - a ciascuno 3 dispositivi -, i cui contenuti sono ritenuti elementi probatori ora al vaglio degli investigatori. In particolare. G.G.T è sotto inchiesta per una frase scritta a commento della foto di Segre intenta a sottoporsi al vaccino:  «Non sono riusciti ad ammazzarla i tedeschi... e ora ha paura di morire, questa s...»

Entrambi, con simpatie di destra ma non legati ad alcun gruppo strutturato, il settantacinquenne pratese e il quarantenne viterbese hanno ammesso di essere stati gli autori di alcuni di quei messaggi di odio. Davanti agli agenti l'anziano si è però giustificato dicendo che si sarebbe trattato di 'libertà di espressione' mentre il secondo ha chiesto scusa.

Nell'inchiesta al momento ci sono anche un paio di persone indagate per diffamazione e altre sono in via di identificazione. Quanto a chi ha scritto e-mail ingiuriose indirizzate alla senatrice non si procede trattandosi di fatti che non costituiscono più reato.

A scatenare la campagna di odio sui social è stata la foto pubblicata sui social dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana la mattina in cui è partita la campagna vaccinale per gli ultraottantenni. Foto in cui Fontana, che accolse Liliana Segre in ospedale insieme all'assessore al welfare Letizia Moratti, la ringraziava per aver accettato di fare da testimonial anche con un video promozionale. «Io vado oltre gli over 80 - aveva detto la fondatrice del Memoriale della Shoah subito dopo essere stata vaccinata - visto che di anni ne ho da poco compiuti 90. Sono molto contenta di avere avuto l'opportunità di fare questo vaccino, cosa di cui sono molto convinta. Non ho paura del vaccino, ho paura della malattia». Inoltre aveva aggiunto in una sorta di appello: «Penso che chi si rifiuti di fare il vaccino sia purtroppo pauroso o non abbastanza informato. Quindi da nonna novantenne dico ai miei 'fratellì e alle mie 'sorellè, che arrivano a questa età , di non avere paura e di fare il vaccino». «Quello che mi ha profondamente segnato di questa pandemia - aveva proseguito - è purtroppo dovuto a cose che avevo già visto. Questo è un nemico invisibile e io ho conosciuto anche nemici visibili».

Oltre a quella che ha portato a identificare e indagare gli autori di alcuni dei messaggi di di odio razziale e diffamatori, in Procura a Milano è aperta un'altra indagine per molestie e minacce a causa degli gli insulti contro la senatrice che hanno invaso la rete anche negli anni scorsi.