Nuovo ufficio multietnico Allo sportello si parla cinese

Aperto da Poste a Galciana dopo quello inaugurato nel 2015 al Macrolotto Zero. Sono dodici i dipendenti madrelingua capaci di parlare con i cittadini orientali

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Capillarità, affidabilità e integrazione. Sono i tre concetti con i quali Poste Italiane sta portando avanti investimenti e progetti su tutto il territorio della Provincia di Prato. Dopo avere riaperto al 100% tutti gli uffici postali, compresi quelli di Tavola e Maliseti, con il direttore della filiale provinciale di Prato Francesco Rubino che parla di "promessa mantenuta con la cittadinanza", ora Poste investe ancora di più sull’integrazione. Proprio da inizio aprile ha aperto a Galciana un nuovo ufficio postale multietnico, che fa seguito a quello allestito nel 2015 in via Filzi al Macrolotto Zero. In totale Poste a Prato si è dotata di 12 dipendenti madrelingua o laureati in lingue straniere, capaci di parlare perfettamente cinese e non solo. Nel dettaglio si tratta di 9 operatori di sportello, un cornerista, un operatore di accoglienza e di uno specialista di sala consulenza.

"Anche Poste Italiane è pienamente coinvolta nella costruzione del futuro di Prato - spiega Rubino - nella sua vocazione multietnica, orientata a una piena integrazione. La comunità cinese ha abitudini diverse dalle nostre e quindi stiamo creando i presupposti per accoglierli. Ci siamo dotati di professionalità importanti, in grado di dialogare al meglio con la comunità presente a Prato e poi c’è stato anche un grande spirito di solidarietà fra colleghi. Pensate che molti operatori di sportello hanno iniziato a imparare anche nozioni di cinese così da potere assicurare risposte anche in caso di assenza dell’operatore che parla perfettamente cinese". Un altro segnale di integrazione è stata la decisione di festeggiare all’interno degli uffici postali di Prato il capodanno cinese. "Dopo avere addobbato il Macrolotto Zero alcuni esponenti della comunità cinese sono venuti a fare lo stesso anche nei nostri uffici", prosegue il direttore Rubino. "E’ un ulteriore segnale di vicinanza, che dimostra come iniziamo a raccogliere la fiducia della comunità, che sta cominciando a usare i nostri prodotti. Gli orientali hanno una grande predisposizione all’uso dei mezzi digitali. I buoni postali, ad esempio, li comprano on line e li gestiscono da soli. Diciamo che stiamo valorizzando la loro cultura del risparmio con un nostro prodotto tipico. E dirò di più: per il futuro vorrei avere un operatore multietnico per ognuno degli uffici postali".

Le celebrazioni dei 160 anni di Poste Italiane, quindi a Prato si declinano nel segno dell’integrazione. Ma anche della presenza sul territorio e della digitalizzazione. "A Prato abbiamo ben 33 uffici postali per sette Comuni", conclude Rubino. "Ognuno di noi ha un ufficio postale a cinque minuti di distanza dalla propria abitazione. E non dimentichiamo che oltre a essere fisicamente vicini ai pratesi, ci siamo anche in chiave digitale. Seduti dalla poltrona di casa si possono fare tutte le operazioni consentite agli sportelli. E l’apprezzamento dell’utenza è ben comprensibile leggendo i dati: il 20% al giorno dei nostri contatti avviene attraverso la piattaforma digitale".

Stefano De Biase