Nel Centro Pegaso un ospedale di comunità Si va verso la chiusura dei posti letto Covid

Il progetto è legato ai fondi del Pnrr e costerà circa due milioni di euro. Intanto però non si sbloccano i soldi per il distretto di San Paolo

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Il centro Pegaso, l’immobile ex Creaf che ospita ormai da dicembre del 2020 i pazienti contagiati dal Covid, chiuderà presto i battenti. O almeno, questa è la volontà dell’Asl Toscana Centro, salvo il fatto che non ci siano ulteriori impennate di contagi, ancora possibili per colpa della variante Omicron 2. La funzione del Pegaso sembra comunque in via di esaurimento: è stata già avviata con la diminuzione del numero di persone ricoverate e si concluderà quando la struttura verrà completamente liberata per consentire di portare a termine prima le procedure per l’accreditamento sanitario poi la riconversione in ospedale di comunità, progetto che rientra nell’ambito dei finanziamenti del Pnrr.

"Va ricordato che l’allestimento del Pegaso è stato fatto rapidamente, in pieno stato di emergenza. Perché si possa puntare a renderlo un ospedale di comunità - dice Paolo Morello Marchese, direttore generale dell’Asl Toscana Centro - è necessario procedere innanzitutto con la richiesta di accreditamento per trasformare la struttura in un ospedale a bassa intensità di cura". Un’operazione che avrà un costo ancora da quantificare nel dettaglio: secondo una prima stima si parla di circa due milioni e mezzo di euro. Il progetto, che dovrà tenere di conto di tanti parametri, sarà elaborato dall’ufficio tecnico dell’Asl Centro con il supporto tecnico ed amministrativo della Regione Toscana. Intanto l’azienda sanitaria è pronta a inaugurare l’ospedale di comunità a Camerata, sotto Fiesole. E arriva a questo appuntamento senza però avere ancora risolto un problema che riguarda Prato, visto che ancora non sono stati svincolati dal Governo i soldi che consentirebbero di dare il via libera al progetto del nuovo distretto socio sanitario di San Paolo e anche alla tanto attesa palazzina esterna all’ospedale Santo Stefano. "Noi siamo pronti a partire con le gare, i progetti ci sono, manca la certezza dei finanziamenti", dice ancora Morello. Intanto però è già scattata la mobilitazione per raccogliere le firme per chiedere di intitolare il distretto socio sanitario di San Paolo al dottor Angelo Di Leo, l’oncologo prematuramente scomparso.

E mentre il Centro Pegaso è in via di smobilitazione nella sua parte dedicata ai degenti, il settore che ospita l’hub vaccinale proseguirà invece la sua funzione. "La nostra attività è legata al trend delle vaccinazioni". spiega Lorena Paganelli, direttrice della Società della Salute e responsabile Zona distretto. "Ci aspettiamo, ad esempio, che dopo le 150.000 multe elevate dall’Agenzia delle entrate agli over 50 non vaccinati, che qualcuno decida di compiere il passo. Saranno comunque numeri risicati, vista anche la generale tendenza attuale a declinare l’invito per la terza dose".

Sara Bessi