Ignorano i divieti e lavorano: scatta la multa

Nei guai i titolari di un’azienda di Montemurlo non considerata essenziale. Blitz della polizia municipale dopo la segnalazione dei cittadini

Agenti della polizia municipale impegnati in un controllo (immagine d’archivio)

Agenti della polizia municipale impegnati in un controllo (immagine d’archivio)

Prato, 1 aprile 2020 - In barba a ogni divieto imposto dal governo, al rischio per la salute pubblica, al rispetto per chi segue le regole. Ecco che a meno di una settimana dallo stop alle produzioni non indispensabili per contenere la diffusione del coronavirus, c’è chi se ne frega dei decreti e continua a lavorare. Succede nel distretto industriale di Montemurlo dove la polizia municipale ha scovato un’azienda tessile aperta regolarmente nonostante non ne avesse alcun diritto. È il primo caso nella provincia: le decine di controlli sulle attività economiche finora non avevano mostrato nessuna irregolarità per aziende e negozi.

A Montemurlo l’attività della polizia municipale non si limita al controllo delle persone e dei veicoli che circolano senza una valida ragione (lavoro, urgenza, salute), ma comprende anche la verifica del rispetto dei decreti del presidente del consiglio dell’11 e del 22 marzo scorsi, che hanno chiuso le attività produttive industriali e commerciali non essenziali. In particolare gli agenti del comando di via Toscanini sono entrati in azione in un’azienda tessile italiana della zona produttiva di Montemurlo, che continuava a lavorare nonostante i divieti. Il controllo è scattato grazie ad una segnalazione di alcuni cittadini che hanno visto movimento all’interno dell’azienda. E la segnalazione era corretta: quando gli agenti sono entrati nella fabbrica hanno trovato regolarmente a lavoro i quattro operai della ditta ed i titolari. L’azienda, che è iscritta alla Camera di Commercio con un codice Ateco che non rientra tra quelli delle attività considerate essenziali, si occupa di garnettatura, cioè della rigenerazione dei cascami di lana per immetterli nuovamente nel ciclo della filatura cardata. Un’impresa tipica della produzione pratese, basata sulla lavorazione degli scarti tessili che vengono ridotti in fibra per essere di nuovo lavorati.

Per i titolari dell’azienda che non hanno rispettato lo stop imposto dal governo è scattata una sanzione da 400 euro e l’immediata sospensione dell’attività. Ma non è finita, perché la polizia municipale ha trasmesso gli atti e la denuncia in prefettura che ora dovrà valutare e decidere circa la sospensione. Il tempo di chiusura dell’attività può andare da 5 a 30 giorni per non aver rispettato le disposizioni governative.

Sulla questione interviene anche il sindaco Simone Calamai, che condanna duramente il comportamento tenuto dagli imprenditori: "Si tratta di un comportamento scorretto che non tiene conto delle disposizioni messe in atto dal governo per il contenimento dell’epidemia da coronavirus a tutela della salute della comunità. Inoltre lavorare, pur non essendo considerati un’attività essenziale, vuol dire attuare una concorrenza sleale verso chi sta rispettando, a costo di grandi sacrifici, il blocco anti contagio. Ci sono tantissime aziende che sono in grandissima difficoltà, che non sanno se e come potranno ripartire. I sacrifici vanno fatti tutti insieme, non possiamo tollerare comportamenti come quelli attuati da questa azienda. I controlli della polizia municipale continueranno a tappeto su tutto il territorio. Ce la possiamo fare solo se saremo veramente uniti". Gli agenti del comando di via Toscanini, inoltre, su precisa richiesta del sindaco, hanno controllato 312 esercizi commerciali, in particolare i supermercati, per verificare il divieto di assembramento e il rispetto delle distanze di sicurezza e dell’uso dei dispositivi di protezione personale (mascherina, guanti). © RIPRODUZIONE RISERVATA