Autovelox ‘spara multe’ bocciato dalla Cassazione

La sentenza sul caso Prato può incidere a livello nazionale. Ecco come

Autovelox (Attalmi)

Autovelox (Attalmi)

Prato, 15 febbraio 2019 - Le strade urbane di scorrimento, per essere classificate come tali, devono avere requisiti precisi. In particolare: banchina pavimentata a destra e marciapiede. Sono necessari. Non eventuali. Ne consegue che le multe tramite autovelox sono valide solo se i dispositivi di controllo a distanza sono installati su strade che effettivamente presentino tali ‘caratteristiche minime’.

L’ha ribadito la Cassazione-II sezione (presidente Stefano Petitti, relatore Elisa Picaroni) con due ultime sentenze, la 4090 pubblicata il 12 febbraio e la 4451 pubblicata ieri. La Suprema Corte ha accolto nel primo caso il ricorso di una automobilista multata nel 2011 in viale Leonardo da Vinci, a Prato. Ricorso dei legali Marco Barbaro e Stefania Guercini contro la sentenza del Tribunale di Prato che, il 22 settembre 2014, aveva dato torto alla signora. Come pure, in primo grado, il giudice di pace. La Suprema Corte ha cassato con rinvio ad altro magistrato del Tribunale di Prato, anche per le spese di giudizio. Questo procedimento, come altri, trae origine dal braccio di ferro tra Comune e automobilisti sull’interpretazione del Codice della strada sulla Strada urbana di scorrimento: "Carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia; una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici; banchina pavimentata a destra e marciapiede; eventuali intersezioni a raso semaforizzate". Il Comune, che nel corso del lungo iter processuale ha ammesso l’assenza di banchina pavimentata e marciapiede in viale da Vinci, e ha ‘oscurato’ gli autovelox, sostiene che il termine ‘eventuale’ sia riferibile anche alla ‘banchina pavimentata e marciapiede’’. Se ci sono, bene. Ma non sono indispensabili. E quindi gli autovelox si possono installare.

Secondo i legali di più automobilisti, no: l’aggettivo eventuale è scritto solo a fianco degli altri requisiti: una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici; eventuali intersezioni a raso semaforizzate. Dove si scrive banchina pavimentata e marciapiede l’eventuale non c’è. Testuale. E allora, o la banchina e il marciapiede ci sono, o non ci sono e allora non c’è strada urbana di scorrimento. E se non c’è strada urbana di scorrimento, non si possono installare occhi elettronici, disperazione di migliaia di automobilisti, falcidiati spesso per qualche chilometro in più.All’ora

Scrivono i giudici della Suprema Corte: "Il dato testuale chiaramente circoscrive gli elementi ‘eventuali’ alla corsia riservata ai mezzi pubblici e alle intersezioni a raso semaforizzate. Mentre impone la presenza della banchina pavimentata a destra e del marciapiede. E delle aree di sosta. I quali perciò costituiscono elementi strutturali necessari alla strada urbana di scorrimento. Una lettura che disattendesse il dato letterale, si risolverebbe in una interpretatio abrogans...".

La vicenda riguarda Prato, ma – anche se nel nostro ordinamento le sentenze non fanno giurisprudenza – pare difficile che giudici di pace e tribunali non tengano di conto questi pronunciamenti chiarificatori.

Una possibile riprova si potrebbe avere tra un paio di mesi: il 17 aprile la Cassazione dovrà pronunciarsi sul ‘caso-viale Etruria’ di Firenze (uscita città) altro tratto contestatissimo, oggetto di discordia. Multe, ricorsi, verbali annullati: una battaglia. Anche qui il Comune fa sbarramento perché "la banchina c’è". Ma è minuscola, pochi centimetri, ribattono i ricorrenti.

giovanni spano