La tragedia di Iannelli, i suoi organi salvano già una vita

Maxi intervento al Nord. Il padre: «Giovanni campione di generosità»

Giovanni Iannelli

Giovanni Iannelli

Prato, 13 ottobre 2019 - Giovanni ha già vinto. Scomparso tragicamente ad appena 22 anni dopo un tremendo incidente ciclistico in Piemonte, ha comunque raggiunto il suo grande traguardo: quello della bontà, della generosità, dell’altruismo. L’ha raggiunto grazie alla donazione degli organi, un gesto che ha già regalato una vita nuova a una persona che ne aveva bisogno. Nelle scorse ore, infatti, è stato effettuato in un ospedale del Nord d’Italia un trapianto combinato di ben quattro organi (polmoni, fegato e pancreas) su un paziente le cui condizioni si erano aggravate nelle ultime ore per una grave disfunzione del fegato. Per la tempistica dell’espianto a cui ha fatto seguito la notizia che gli organi erano di un giovane donatore deceduto per trauma cranico in Piemonte, il pensiero di molti va a Giovanni Iannelli, morto dopo il tragico incidente che l’ha coinvolto a poco più di cento metri dall’arrivo di una gara ciclistica. «Per i tempi di quanto successo – dice oggi il babbo Carlo – che quelli trapiantati siano gli organi di Giovanni è anche il mio pensiero, ma non lo sapremo mai con sicurezza. Giovanni era un campione, non tanto dello sport e del ciclismo, ma per la sua bontà, generosità, per l’amicizia e il rispetto che aveva per tutti. Da campione di certi valori è diventato un mito, oggi un santo, dopo quanto è avvenuto venerdì in occasione dei funerali e per quel gesto di donazione degli organi che io e sua madre Anna Maria abbiamo autorizzato perché sapevamo che Giovanni lo voleva fortemente. Ora potrebbe aver già ridato la speranza per una vita nuova a chi ne aveva urgente bisogno». E oggi tornare a parlare dei funerali di venerdì pomeriggio è quasi d’obbligo per la partecipazione commossa di tantissime persone, giovani e meno giovani. Oltre mille persone hanno infatti affollato il Duomo che non è bastato a contenere tutti.  

«Voglio ringraziare proprio tutti – prosegue Carlo Iannelli – I giovani, gli amici di Giovanni, sono stati magnifici, insuperabili in ogni momento, in quel breve tratto di strada da via Convenevole a Piazza del Duomo, dove hanno portato a spalla la bara di Giovanni, come durante le esequie e fino al cimitero. Ma tutti coloro che hanno preso parte ai funerali, i miei colleghi avvocati, magistrati, quelli dell’Università, le colleghe e le amiche di Anna Maria, le autorità del ciclismo, il Comune, in una parola e mi ripeto tutti, lo hanno fatto con una partecipazione commossa, vera, che non dimenticheremo mai e prima di tutti non lo dimeticherà Giovanni da lassù». Antonio Mannori