Prato, morti per quei dubbi sul vaccino. "Ai miei Astrazeneca non piaceva"

I figli dei genitori vittime del Covid a poche ore l’uno dall’altra: "Avevano rimandato la puntura a settembre"

Emergenza Covid

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Prato, 19 agosto 2021 - Lo sgomento e il dolore negli occhi e nelle parole dei due figli, fratello e sorella, della coppia di pensionati, entrambi di 68 anni, morti a poche ore l’uno dall’altra per Covid in terapia intensiva all’ospedale Santo Stefano. "Non eravamo e non siamo una famiglia no vax – ci tengono a sottolineare i due figli dalla loro abitazione, una villetta all’immediata periferia della città –. Non avremmo mai immaginato che i nostri genitori potessero infettarsi, quando si sono ammalati non volevamo crederci. Loro semmai – spiegano – erano un po’ dubbiosi, perplessi sugli eventuali effetti a breve termine del vaccino Astrazeneca". Dubbi sul vaccino anglosvedese che per settimane, qualche tempo fa, hanno riempito le cronache con versioni differenti nella stessa comunità scientifica. "Anche per questo avevano rimandato la vaccinazione, avrebbero ricevuto la prima dose a settembre. Noi figli invece se abbiamo qualche timore, è soprattutto relativo alle possibili conseguenze a lungo termine di altri tipi di siero. Ma coltivare queste riflessioni – ribadiscono fratello e sorella, entrambi sulla quarantina – non equivale a iscriversi al movimento dei no vax. Ci vaccineremo entrambi".

Il figlio nella sua riflessione dolorosa, ammette adesso che rimandare, aspettare a vaccinarsi, ha avuto conseguenze fatali e inevitabili per i genitori. I due figli della coppia di pensionati sono rimasti entrambi contagiati dal virus, ma non in forma grave. E non è dato sapere se sono stati i genitori a infettare i due giovani o viceversa. Adesso fratello e sorella stanno benissimo per quanto riguarda l’infezione: "Ma sono disperato – aggiunge l’uomo, professione artigiano –. Come mi sento? Come qualsiasi figlio che rimane orfano così, all’improvviso, senza aver potuto dire addio a babbo e mamma di persona, perché è impossibile anche ai familiari stretti accedere ai reparti covid".