Mega raduno di famiglia: novanta parenti si ritrovano dopo 20 anni

La famiglia Oliva protagonista di una cena alla Sacra Famiglia

Il raduno della famiglia Oliva

Il raduno della famiglia Oliva

Prato, 16 novembre 2019 - Ritrovarsi, dopo vent’anni dall’ultimo raduno, con parenti arrivati da tutta Italia. «E’ stato il modo per dire grazie soprattutto a Prato che ci ha accolti, ci ha dato lavoro e possiamo dire di aver reso onore a questa città»: così Vito Oliva, 87 anni, racconta come è nata la maxi cena dove ha radunato ben 90 parenti, domenica 10 novembre nei locali della parrocchia della Sacra Famiglia. Quasi due mesi per organizzare nei dettagli il ritrovo poiché l’unica data disponibile per il salone era quella. «Vent’anni fa – racconta Oliva – all’ultimo raduno eravamo in 73, quest’anno abbiamo raggiunto quota 90 perché nel frattempo altri nipoti si sono sposati. Domenica eravamo 74 adulti e 16 bambini. Siamo una famiglia originaria di Ariano Irpino, in provincia di Avellino e nel mio ceppo eravamo tre fratelli: il più giovane purtroppo non c’è più. Però ci sono tanti cugini e cugine, con le rispettive famiglie e arrivato quasi alla soglia dei novant’anni, in qualità di più anziano della famiglia e già bisnonno, ho voluto riunire tutti gli Oliva e coloro che si sono imparentati con noi».

Vito Oliva è arrivato a Prato nel 1961 in quanto uno zio lavorava nella città laniera: «Con mia moglie Maria avevamo già una bambina Silvia ed ero manovale nelle cave di gesso, in mezzo alla polvere. Mio zio ci prospettò la possibilità di un lavoro sicuro in fabbrica e una vita migliore. E così siamo partiti. Devo dire che ho trovato subito occupazione e ci siamo inseriti senza problemi. Mia moglie ha sempre fatto la casalinga perché la bambina aveva due anni e dopo è nato Antonio che è elettricista». Vito Oliva ha lavorato in due lanifici, al Razzoli e al Cangioli e gradualmente sono saliti al nord altri cugini: a Prato alcuni sono diventati carrozzieri, altri baristi, altri ancora operai nel tessile. Poi un altro cugino con cinque figli si è trasferito a Milano, altri a Bologna, Imola e le famiglie rappresentate alla cena sono quelle di Vito, Renato, Leonardo, Roberto e Antonio. Quest’ultimo cugino, Antonio, quinto di quattro fratelli, è stato il cuoco della serata: ha allestito la tavolata con tante prelibatezze, dall’antipasto al dolce.

«Al centro del salone abbiamo portato una pianta di ulivo – prosegue Vito – simbolo un po’ della nostra famiglia e l’abbiamo lasciata alla parrocchia perché la pianti in giardino. E dobbiamo dire grazie a don Giovanni per l’ospitalità. Ad ogni signora abbiamo donato una rosa e agli uomini una poesia che ho scritto tempo fa dedicata all’importanza della famiglia». Vito Oliva nel 2008 ha pubblicato un libro di poesie e da quando è in pensione si dedica alla scrittura e alla lettura, compresa quella dei quotidiani. Ora sta pensando al prossimo raduno: «Prato ha voluto bene a questa famiglia del sud e noi, con orgoglio, ci siamo fatti onore». E fra i numerosi parenti di Vito spicca qualche nome famoso come il critico d’arte Achille Bonito Oliva.

Maria Serena Quercioli