'Mattonella venduto ai cinesi'. Ma è tutto falso

Da giorni gira la voce di un affare da 23 milioni. I titolari smentiscono: «I clienti chiamano, noi ci ridiamo sopra»

I fratelli Pandolfini nello storico negozio del centro

I fratelli Pandolfini nello storico negozio del centro

Prato, 14 novembre 2019 - «Buongiorno, chiamo per verificare una notizia che ci è arrivata...». «Sì, che abbiamo venduto ai cinesi...». E giù una risata di gusto. No, Mattonella non finirà ai cinesi come da giorni si dice in città, fra «fonti sicure», contratti fantasma da milioni di euro «già firmati» e clienti che chiamano in negozio per sapere se è tutto vero, se anche i biscottini prenderanno la via dell’Oriente come è capitato ad altri bar storici e aziende. Non è così, assicura Elisabetta Pandolfini, titolare del biscottificio Mattei insieme ai fratelli: «E’ una voce che gira, è vero, ma non c’è assolutamente nulla. I pratesi troveranno ancora noi dietro al bancone, a lungo. Anzi, stiamo già preparando il Natale e vogliamo consolidare il negozio di Firenze che sta andando molto bene».

I tanti che si dicono bene informati parlano anche di cifre: 23 milioni. Un affare da capogiro, una cifra che, se vera, sarebbe in grado di far vacillare chiunque. «Anche noi per la verità», ride ancora Pandolfini. «Se ci offrissero sul serio tutti quei soldi, un pensierino lo faremmo eccome...». Ma allora è successo? Perché certe frasi a volte nascondono più di quel che dicono. La speranza dello scoop si riaccende. «No, davvero, non c’è nulla. E’ una voce che si è diffusa altre volte in città, ogni tanto ritorna fuori – insiste Pandolfini – E’ vero però che in questi ultimi giorni l’ho sentita tante volte, più spesso rispetto al passato. Probabilmente è perché i cinesi hanno comprato il bar Magnolfi aggiudicandosi un locale storico della nostra città. Da lì a noi il passo è breve, siamo vicini... Secondo me il passaggio di proprietà del bar Magnolfi ha dato un impulso decisivo al nostro presunto affare...». E giù un’altra risata di gusto, che affossa definitivamente il business-fantasma che sta facendo parlare la città, per il nome coinvolto e per le cifre, anche quelle presunte, che stanno girando.

«Tra l’altro tutti in famiglia siamo giovani e speriamo di poter continuare a lungo come abbiamo sempre fatto», chiude Pandolfini. Niente biscottini cinesi, dunque, anche se la falsa notizia la dice lunga sul momento della città e ne contiene almeno un paio vere: che i cinesi vengono considerati potenziali acquirenti senza limiti, capaci di potersi permettere anche simboli storici, e cari, come potrebbe essere appunto Mattonella; che la diversificazione degli imprenditori orientali è totale, con il tessile diventato ormai soltanto uno dei settori strategici e sempre più investimenti verso bar, ristoranti e locali. I biscottini, però, resteranno ancora tricolori. Ah, non si tratta della nuova colorazione dei sacchetti: in tempi di fake news, meglio specificarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA