"Così fondai il Napoli club Prato intitolato a Maradona"

Carmine Caiazza, bancario e consigliere comunale creò il sodalizio nella sede della Dc. Poi, a Coverciano consegnò una targa al campione: "Giocò a biliardo con noi. Fu gentilissimo"

Carmine Caiazza e a destra, Guido Rossi con Maradona nella foto scattata da Mario Milo

Carmine Caiazza e a destra, Guido Rossi con Maradona nella foto scattata da Mario Milo

Prato,. 26 novembre 2020 - "Nell'estate del 1984 stavo andando in vacanza in Sardegna con la famiglia. Al porto di Cagliari un gruppo di marinai della Tirrenia, napoletani di origine come me, sembravano impazziti: 'Am'accattat'aMmaradoona. Am'accattat'aMmaradooooona!' Mi avvicinai, ci abbracciammo. E dissi a  mio figlio : Quanto torniamo a casa fonderò il 'Napoli club Prato Diego Armando Maradona'". 

Parla a raffica, Carmine Caiazza, 76 anni portati con disinvoltura. A raffica e con la voce che quasi si rompe per l'emozione. Parla da Fuerteventura, dove trascorre parte dell'anno al sole e al tepore, che nemmeno la sua Napoli, d'inverno. Anche se là, oggi, nel 26 novembre che segue la morte di Maradona, piove e Caiazza ha il ghiaccio nel cuore.   

Carmine Caiazza alle Canarie legge su Marca la notizia della morte di Maradona
Carmine Caiazza alle Canarie legge su Marca la notizia della morte di Maradona

Tornato a casa , mantenne la parola? 

"Certamente. Chiesi subito alla Dc, della quale ero consigliere comunale, una stanza nella sede di piazza San Domenico, come base temporanea. Feci un annuncio su La Nazione, per cercare soci. Si presentanono più di cento e  fu necessariuo aprire una sede in via Luigi Muzzi. Poi ci spostammo in via del Seminario".

Chi erano i  fondatori?

"Io presidente, Mario Milo, vice, poi Guido Rossi,  Ulli, del bar di piazza del Collegio,. Raffaele Villani, Antonio Ramalli, Ciro Biancucci, Antonio il giornalaio di piazza stazione. Molti di noi erano uomini di banca: facemmo tutto secondo le regole, con tanto di rogito notarile dell'avvocato Francesco De Luca, che vista la buona causa, non rimise la parcella".

De Luca, napoletano e tifoso del Napoli.

" Prato era ed è piena di napoletani che vi hanno messo radici, ma non dimenticano le origini. Il club raccolse subito simpatie, adesioni, consensi".

E Diego?

"Lo invitammo in sede alla prima trasferta a Firenze (gennaio 1985, la Toscana nella morsa del gelo e Maradona firmerà l'1-0 contro la Fiorentina ndr). La società rispose che non avrebbe potuto mobilitare la squadra e Diego per venire a Prato. E se Maometto non andò alla montagna, andammo noi da lui. Consentirono la visita di una delegazione di sei persone del club, nel ritiro di Coverciano". Altri tempi, oggi è inimmaginabile.

"Altri tempi, grande cordialità del club. Consegnai una targa a Diego. Ho una foto di me fra lui e Daniel Bertoni ".

Caiazza, fuori quella foto.

"Eh, non l'ho con me. E' sul comodino della casa a Prato, mia moglie mi rimprovera con affetto che da quel giorno, al posto dell'immagine della Madonna, tengo quella di Diego, insieme a me".

Come fu con voi, Maradona?

"'Na squisitezza. Era sabato mattina, ci regalò le due ore  più belle della nostra vita di tifosi - irrompe dall'Italia l'allora vicepresidente del club, Mario Milo - A Coverciano Diego stette con noi al bar. Giocammo a stecca con lui, ci considerò ospiti e lui fu un perfetto padrone di casa. Più in là, tipi come Puzone e Celestini, che nel calcio non sarebbero stati nulla se non avessero giocato insieme a lui, non ci degnarono di uno sguardo". "Ma non parliamo degli altri giocatori: ricordiamo lui, Diego - interviene Caiazza - Era umile e generoso, per quanto  grande sul campo".

E il club?

"Andavamo dove giocava il Napoli. A Stoccarda, finale di Coppa Uefa vinta dal Napoli, il nostro striscione del Napoli club Prato Diego Armando Maradona apparve in diretta tv". 

Felici e vincenti. 

"Grande passione, ma sempre tutto nelle regole. Di ritorno da una partita con la Samp, a Genova, nel market di un autogrill vidi un nostro tesserato compiere un atto molto brutto. Lo cazziai duramente davanti a tutti e appena scesi a Prato lo espulsi dal club. Passione anzitutto, ma anche rispetto delle regole". 

Diego, non sempre le rispettava.

"Mi dica: Caravaggio e Pasolini sono passati alla storia per le opere o per la vita privata?".

Che fine ha fatto lo striscione del Napoli club Prato Diego Armando Maradona?

"Qualcuno dei nostri dovrebbe custodirlo ancora. Il club si sciolse quando la banca dove lavoravo mi trasferì. E anche altri consgliglieri lasciarono Prato". 

Via, Caiazza, il club si sarà sciolto perché Diego non era più del Napoli.

"Beh, sì. Senza di lui niente era più come prima". 

p.c.