Maliseti piange lo storico dirigente di calcio

Carlo Agliana, padre di Maurizio rapito in Iraq nel 2004, è morto ieri a 82 anni per la complicanze di un intervento. Domani i funerali al Sacro Cuore

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Il mondo del calcio dilettanti è in lutto. Maliseti, in particolare, piange l’improvvisa scomparsa di Carlo Agliana, 82 anni, bandiera amaranto, storico dirigente, accompagnatore della prima squadra e primo tifoso di via Caduti senza croce dal lontano 2006. Ieri mattina le complicanze di un intervento chirurgico lo hanno strappato all’affetto dei suoi cari in maniera improvvisa. Un duro colpo, soprattutto per chi gli era più vicino. Agliana era sempre pronto a dare una mano: quando c’è stato bisogno si è messo davanti al computer e si è inventato segretario, punto di riferimento per ragazzi della prima squadra, per allenatori e dirigenti. Uno di famiglia, quasi un babbo o un nonno aggiunto a Maliseti. Ma andando oltre i confini amaranto, tutti, nel mondo del calcio pratese (e non solo), conoscevano e apprezzavano "Carlino" per il suo sorriso, la sua bontà d’animo e la sua disponibilità. Un amore, quello per il calcio e per i giocatori più talentuosi e rappresentativi, che forse era secondo soltanto a quello che Agliana provava per la famiglia, per i due figli, Maurizio e Antonella, e anche per le due nipoti. E la marea di messaggi di cordoglio che ha inondato i social nella giornata di ieri, una volta che il mondo del calcio ha appreso la triste notizia, è la conferma di quanto pur lavorando ‘dietro le quinte’, con umiltà e badando più alla sostanza che all’apparire per non far mancare niente ai ‘suoi ragazzi’, Carlo Agliana si sia guadagnato il rispetto, la stima e l’affetto di amici e avversari. La sua non è stata certo una vita tutta in discesa. Era salito alla ribalta della cronaca nel 2004, quando suo figlio Maurizio fu rapito in Iraq dal gruppo delle Falangi Verdi di Maometto assieme a Umberto Cupertino, Fabrizio Quattrocchi e Salvatore Stefio, e aveva dovuto affrontare giorni di ansia e grande tensione nella sempre viva speranza che il figlio venisse liberato (come poi, per per fortuna, è stato). Poi, in tempi più recenti, Carlo aveva fatto fronte alla scomparsa di sua moglie Licia. Quest’ultima partita, quella dove la posta in gioco era la più alta, però, "Carlino" non è riuscito a vincerla, pur lottando con spirito e senza mai perdere il tagliente umorismo e la voglia di stare allo scherzo che lo aveva contraddistinto. Agliana è esposto da ieri alle cappelle della Misericordia, in via Convenevole, e i funerali si terranno alla chiesa del Sacro Cuore di Chiesanuova, domani alle 10. L’ultimo appuntamento per regalargli una doverosa standing ovation.

Leonardo Montaleni