Malata di sclerosi multipla resta senza cure

Ha 82 anni ed è bloccata in casa. L’appello del marito: "Siamo soli e non possiamo permetterci le terapie. Qualcuno ci aiuta?"

Un'ambulanza (foto di repertorio)

Un'ambulanza (foto di repertorio)

Prato, 13 febbraio 2020 - «Mia moglie ha 82 anni, è affetta da sclerosi multipla e nell’ultimo periodo è peggiorata tanto. Ora non riesce quasi più a muoversi. Il medico le ha prescritto delle sedute di fisioterapia al Giovannini, ha detto che potrebbero aiutarla, farla stare un po’ meglio, e noi ci speriamo tanto. Il problema è che non abbiamo la possibilità di andare e tornare ogni giorno dal Giovannini: dovrei pagare i viaggi, ma in questo momento non me lo posso permettere. Vorrei tanto aiutarla, ma non so come fare".

Giovanni Gigli, ha 88 anni ed è un ex carabiniere in pensione. E’ venuto a piedi da via Bologna fino in piazza Ciardi, dove si trova la nostra redazione, per raccontarci di persona la sua disperazione, camminando con una stampella per aiutarsi nei suoi passi incerti e scongiurare cadute che in questo momento sarebbero fatali visto che sua moglie ha solo lui che può aiutarla e che senza di lui sarebbe persa. Deve resistere per lei, prima che per se stesso. "Ultimamente mia moglia cade sempre, in casa abitiamo da soli e la gestione delle nostre giornate e diventata un problema. Dicono i medici che se farà la fisioterapia poi starà meglio". Giovanni piange. Perché la situazione è difficile, e perché servirebbero più soldi. "Possiamo contare sulla mia pensione, ma devo pagare l’affitto di casa e anche i debiti che sono stato costretto a fare per curare mio figlio malato. L’ho portato in tutta Europa per provare a farlo guarire e ora non riesco più a fare fronte a tutto", racconta mentre mostra i fogli dell’Asl con cui il medico di famiglia richiede 15 sedute di fisioterapia per la moglie. Il problema, come spesso succede, è legato a leggi e burocrazia: non importa se Giovanni e sua moglie hanno rispettivamente 88 e 82 anni e vivono con una pensione, un affitto da pagare e un figlio invalido. Non importa, perché a queste condizioni il trasporto sociale per la fisioterapia non viene coperto dall’Asl, ma deve essere pagato da chi ne usufruisce.

L’unica strada da percorrere, per trovare una soluzione, appare davvero accidentata: il medico di famiglia dovrebbe chiedere una visita specialistica presso un fisiatra, chiamato a valutare la gravità della situazione e quindi concedere, in via del tutto eccezionale, il trasporto sociale. Un percorso a ostacoli per una coppia di coniugi vicini ai 90 anni, soli, con un figlio gravemente malato e con tutte le difficoltà del caso legate agli spostamenti. "Sono andato al Giovannini, ma mi hanno detto che per il pulmino loro non possono fare niente. Ora però sono io a non sapere cosa fare, non so più come aiutare la mia famiglia". Giovanni riprende la stampella e passo dopo passo, molto lentamente, si avvicina alla porta della redazione per tornare verso casa. "E’ quasi ora di pranzo", dice. "Devo andare da mia moglie, è sola in casa".

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