Luana, morta in fabbrica. La mamma: "Vedo troppe tragedie, non è cambiato niente"

Emma Marrazzo: "Purtroppo ci saranno altri mille casi simili al suo. La morte dell’operaio a Campi? Insopportabile, ho spento la tv"

Foto di gruppo

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Prato, 24 settembre 2021 - «In questi mesi tante volte mi sono sentita sola nella battaglia per chiedere più sicurezza nei luoghi di lavoro. Mi auguro che le promesse fatte dalle istituzioni vengano mantenute, ma purtroppo continuo a vedere troppe tragedie. Sabato quando ho saputo della morte dell’operaio a Campi Bisenzio ho dovuto spegnere la televisione. L’episodio mi ha riportato subito alla mente quanto accaduto alla mia Luana. Chiedo sicurezza immediata nelle fabbriche: la vita delle persone non può attendere i tempi della burocrazia».

Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, la ragazza di Agliana morta in fabbrica a Montemurlo il 3 maggio scorso, continua a portare avanti la propria battaglia per chiedere la messa in sicurezza di tutti i luoghi di lavoro. Lo ha ribadito anche ieri mattina nei locali di Farsettiarte, dove è stata presentata l’iniziativa di un’asta benefica di opere d’arte contemporanea, il cui ricavato sarà interamente donato al figlio di Luana. Marrazzo, prima ha ringraziato tutti per l’iniziativa e la vicinanza, poi è tornata a chiedere «sicurezza per tutti i lavoratori». 

Signora Marrazzo, cosa è cambiato dal giorno della morte di Luana?  «Direi poco o niente. In questi mesi ci sono state tante, troppe, tragedie. Se la situazione non cambia ci saranno altre mille Luana da piangere».

Cosa chiede?  «Controlli a tappeto. I datori di lavoro devono avere a cuore la vita dei loro operai. Devono garantire sicurezza come se a quei macchinari ci lavorassero i loro figli. E anche se tutto apparentemente sembra in regola bisogna effettuare manutenzioni e verifiche continue». 

Ha avuto modo di leggere la perizia sulla morte di Luana. Cosa ne pensa?  «Voglio esprimere solo un concetto. Dove accade una tragedia va verificato il funzionamento di tutti i macchinari della fabbrica e non solo di quello incriminato». 

Qualche settimana fa ha raccontato di non avere più sentito la titolare dell’azienda in cui Luana è morta. Nel frattempo è cambiato qualcosa?  «La titolare mi ha mandato un messaggio il 6 settembre, dicendo che una persona vicina alla mia famiglia le aveva consigliato di stare in disparte. Io dico che se ci teneva davvero a sapere come stiamo poteva farsi sentire lo stesso. Le porte di casa mia sono sempre aperte. Anche adesso». 

E i colleghi di Luana?  «Mi è arrivato un cuore su WhatsApp il 3 agosto da una collega molto vicina a Luana. Poi il nulla più totale. Sono rimasta molto delusa. Luana non si sarebbe mai comportata così a parti inverse. A loro dico: ascoltate le vostre coscienze e ricordatevi del cuore grande di Luana».

Il ricordo di Luana è però ben impresso in tantissime persone che ancora organizzano iniziative in favore della vostra famiglia…  «Sì. E gli dico grazie dal profondo del cuore. Le testimonianze d’affetto sono tantissime e costanti. I fondi raccolti sono tutti vincolati e tutelati per il futuro del bimbo. Dopo la tragedia che ci ha colpito, almeno lui potrà avere la strada un po’ più in discesa». 

Come è stato accompagnare il bambino al primo giorno di scuola senza avere al suo fianco la mamma?  «Lo abbiamo accompagnato io e mio marito. E’ stato molto pesante, perché vedevo tutte le mamme e il pensiero è andato subito a Luana, e a quanto le avrebbe fatto piacere vivere quei momenti. Ho pianto a dirotto, per fortuna il piccolo non mi ha visto».

Il ricordo di Luana resta comunque indelebile per tutti…  «Ogni sera il bimbo chiede di vedere video e foto della mamma. Poi si va a lavare i denti e chiede di affacciarsi alla finestra per vedere la stella più luminosa in cielo, quella di Luana. Io piango e lui mi chiede di smettere perché Luana vorrebbe vederci sempre col sorriso». 

Luana D’Orazio