Lotta al tarlo asiatico "Rischio allevamenti Prato va monitorata"

Ferrini, docente di arboricoltura urbana: "Suggeriamo controlli anche con i cani. Le larve sono alimento pregiato per gli orientali"

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Eradicato il tarlo asiatico da Pistoia, resta alta l’attenzione anche a Prato, Livorno e Carrara. È stata ufficializzata ieri la notizia dell’eliminazione del focolaio dell’Anoplophora chinensis, questo il nome scientifico dell’insetto, dopo quattro anni di lavoro del Servizio fitosanitario regionale, con il sostegno del Crea e dei vivaisti, oltre che con la collaborazione dei carabinieri forestali. Un’operazione possibile anche grazie agli "Sniffer dog", cani da fiuto appositamente addestrati per il rilevamento delle larve nelle piante ospiti. Ma l’attenzione resta altissima, anche su Prato, per due motivi principali: da un lato la presenza dell’Interporto e di una notevole movimentazione di merci, dall’altro per il fatto che le larve di questi insetti fanno parte delle abitudini alimentari di alcuni Paesi orientali. "Oltre che nella zona pistoiese, suggeriamo un monitoraggio periodico, anche con l’ausilio dei cani, nell’area di Prato – ha detto ieri il professor Francesco Ferrini, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale Pistoiese, oltre che docente di arboricoltura urbana - . Le larve di questo tarlo infatti fanno parte della cultura alimentare di alcuni paesi asiatici ed è importante controllare che non vengano prelevate per forme di consumo o addirittura di allevamento". Il consumo alimentare d’insetti, che si sta facendo strada anche in occidente (a Londra per esempio è nata un’azienda specializzata in cracker a base di farina di grillo), è molto sviluppato nei Paesi orientali. Le larve dei vari tipi di tarlo, insieme a quelle di diversi altri insetti ‘alieni’ sono molto richieste, a partire da quelle del punteruolo rosso della palma, considerato una specialità in Indonesia, Vietnam e Borneo (e dannoso per il nostro ecosistema). "È importante un’azione di vigilanza e informazione – ha spiegato Ferrini – per far capire quanto questi insetti siano pericolosi per l’ambiente. Nel rispetto dei gusti alimentari di tutti, devono essere eliminati per non creare enormi danni economici". Fra l’altro l’eradicazione del tarlo asiatico in Toscana non è stata indolore, con 15mila piante distrutte nel pistoiese dal 2017 a oggi, alcuni interventi mirati nel pratese e indennizzi della Regione per quasi un milione di euro. Ora proseguiranno i controlli con varie trappole in luoghi strategici come il porto di Livorno e quello di Carrara, l’interporto di Prato e quello labronico. Importante anche la segnalazione dei cittadini, qualora notino sulle piante dei fori rotondi di circa 10 millimetri.

Lisa Ciardi